“Il suolo afghano non verrà usato da nessuno, lo assicuriamo alla comunità internazionale” ha risposto
tranquillizzante Zabihullah Mujahid, portavoce talebano, durante la prima
conferenza stampa organizzata a Kabul e trasmessa dall’emittente Al Jazeera. La domanda sui foreign fighteirs era una delle
questioni calde poste dai giornalisti, in totalità uomini, all’esponente del
nuovo potere afghano. Il suo esordio era stato enfatico “Dopo vent’anni di lotta abbiamo emancipato il Paese ed espulso gli
stranieri. E’ un momento d’orgoglio per l’intera nazione”. Seguito da uno stabilizzante
“Vogliamo rendere sicuro il Paese che non
è più un campo di battaglia. Abbiamo perdonato chi ha combattuto contro di noi,
l’animosità è finita. Non cerchiamo nemici esterni e interni”. “Non volevamo il caos a Kabul, ci siamo fermati
alle porte della città. Le Forze Armate del precedente governo non avrebbero
garantito la sicurezza. L’abbiamo fatto noi per la città e i residenti”.
Ribadendo la volontà di lavorare per una nazione unita, la voce ufficiale degli
studenti coranici ha ribadito la volontà di amnistia verso chi ha lavorato per
l’amministrazione precedente e anche per chi ha combattuto contro le milizie
dei suoi fratelli. E ancora due rassicurazioni per la Comunità internazionale “Nessuno di loro sarà danneggiato, non
vogliamo avere questioni con la comunità internazionale”. Ricordando
comunque “Noi afghani abbiamo diritto di seguire
i nostri princìpi religiosi. Altri Paesi hanno un approccio diverso con le loro
leggi, gli afghani hanno norme in accordo ai propri valori”. A una
specifica domanda sui diritti delle donne, promette vagamente che s’impegnano a
difesa dei medesimi all’interno del sistema della Shari’a.
“Le donne lavoreranno spalla a spalla con noi.
Assicuriamo la comunità internazionale che non saranno discriminate”. Mujahid rasserenante
anche nei confronti dei media, specie se questi non contrasteranno i valori
islamici. Segue un’esortazione lasciata cadere come un monito “Voi nei media dovreste prestare attenzione
alle carenze, in modo da poter servire la nazione”. E un più inquietante “I media non dovrebbero ostacolare il nostro
lavoro, dovrebbero contribuire all’unità del Paese”. Dopo il monito la
carezza ai media privati “continueranno
il loro lavoro indipendente”. Quindi un assist al lavoro delle giornaliste
“Stiamo permettendo il lavoro delle donne
in tali strutture”, lo si era visto nelle ore precedenti con l’accettazione
da parte di un altro esponente taliban
al cospetto di una cronista negli studi di Tolo
tv. Accanto a un perdono generalizzato per prospettare un costruttivo
futuro di pace il portavoce lancia un laconico “Dopo la formazione d’un nuovo governo, ogni cosa apparirà più chiara.
Stiamo già al lavoro per quest’obiettivo, intanto abbiamo messo al sicuro i
confini nazionali”. Fra le domande c’è un riferimento al precedente governo
talebano. La risposta è: “Il nostro Paese
è musulmano, lo era e lo è. Ovviamente c’è un’enorme differenza fra l’attualità
e il nostro passato. C’è stato un
processo di evoluzione”. L’invito alla cittadinanza è quello di non
lasciare il Paese “Noi garantiamo la
massima sicurezza giorno per giorno, nessuno rapirà nessuno”.
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