Non
bastano due giorni
per decretare il trionfo di Al-Sisi, così la Commissione Elettorale ne introduce
un terzo. D’autorità. Oggi l’Egitto vede ancora seggi aperti nella speranza che
altri elettori si rechino alle urne alzando il quorum che è diventato l’unico
avversario del generale che sognava Sadat e s’illude di rincarnare Nasser. L’imitazione
passa più che per grandi azioni - pur militaresche come il putsch che abbatté
la monarchia di Farouk - per un altro genere di blitz, condotto contro un Capo
di Stato legittimamente eletto qual era Mursi. Il presidente proveniente dai
ranghi della Fratellanza Musulmana è il fantasma che s’aggira sul palcoscenico
di queste elezioni che assumono toni da Oriente estremo, più vicine alle
forzature e ai brogli afghani che alla presunta democrazia foriera di stabilità
promessa dall’ex militare. A denunciarlo è la componente che s’è prestata a
quest’imitazione del pluralismo, offrendo col candidato Sabbahi l’alibi del
confronto aperto. Ben altro aspetto avrebbe assunto la consultazione se su
palco della recita si fosse presentato come unico pretendente il pur lodato
Sisi. Solo con se stesso, ma privato di un confronto vero, proprio come Mubarak
aveva per lungo tempo abituato i suoi concittadini-sudditi.
Eppure la
fobìa di non essere quel numero schiacciante con cui democratizzare il sanguinoso
golpe d’un anno fa che introduce la terza giornata elettorale crea dissapori nel Comitato di sostegno di
Sabbahi che si dichiara stupito della decisione e lamenta stranezze, già
accadute ieri e che col divieto odierno di accesso ai seggi per mandato scaduto
(sic) fa temere irregolarità o aperti brogli. Un’ottima via per alimentare
sospetti e polemiche, non c’è che dire. Ma la Commissione Elettorale è stata
perentoria sostenendo che l’ampliamento dei giorni “seguiva il volere del popolo” che è decisamente al di sopra di
quello dei candidati. E di fatto anche delle regole precedentemente scritte.
Evidentemente l’ossessione dei numeri deve aver preso per il bavero la
dirigenza della Commissione che s’è prodotta in un’inusuale prolungamento. Solo
a cose fatte anche lo staff di Sisi ha avanzato delle proteste, sospette
secondo chi l’addita d’essere il motore dell’iniziativa, visto che il candidato
vincitore con un quorum di votanti più alto ne guadagnerà in autorevolezza. Ai
sabbahisti è parsa pura formalità. La stampa locale racconta anche lo stupore
fuori dai seggi di chi aveva già votato, nessuno s’aspettava il prolungamento
dell’ultim’ora.
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