Ora che il sangue da spargere diventa greco, come nel
caso del rapper Pavlos Fyssas trafitto dalle lame neonaziste dopo decine
d’immigrati, il mondo mediatico s’accorge di un pericolo che si chiama Alba Dorata.
Pericolo nella società ellenica e pandemia contagiosa in altre nazioni, che poi
radici autoctone sviluppano nell’intera Europa mai curata dal male del ‘secolo
breve’. Un utile approfondimento sul tema lo offre il recente saggio di Dimitri
Deliolanes “Albadorata” pubblicato da Fandango. Qui brevemente focalizziamo
alcuni punti nodali che hanno aiutato ad acquisire consensi il gruppo
neonazista fondato poco più di un trentennio fa da Nikolaos Michaloliakos,
incontrastato conducator (a lui piacerebbe il titolo di führer).
Crisi amica - La crisi economica, l’impoverimento generalizzato
dei ceti medio-bassi frutto della politica punitiva di Bce e Unione Europea a
guida tedesca nei confronti dei cosiddetti Piigs, le nazioni che nel continente
accumulavano debito pubblico e blocco della capacità produttiva, hanno
rappresentato il fulcro su cui ha ruotato la propaganda di Alba Dorata.
Immigrazione ossessiva, anche per la posizione geografica del Paese le cui
frontiere orientali assistono da un ventennio al flusso proveniente dal Grande
Medio Oriente, disoccupazione crescente a seguito della purga ricevuta con le
stangate Ue per riassestare le finanze nazionali pagata unicamente dai lavori,
rilancio del senso patrio vissuto in chiave retorica e sciovinista come il
nazionalismo globale sa fare. E sfogo di tali frustrazioni lanciando pogrom a
danno dei più deboli: immigrati, su cui si riversa un odio razzista
rispolverato direttamente dai manuali goebbelsiani, e i nemici di sempre: i
militanti della sinistra. Prima di assassinare il cantante la spirale delle
aggressioni era salita vertiginosamente, addirittura in diretta tivù quella
subìta dalla deputata Liliana Kalelli scazzottata dal “collega” parlamentare
Ilias Kasidiaris, oppure quelle a militanti sempre del Kke sprangati durante un
attacchinaggio a Perama, una zona della capitale.
Polizia
alleata – Uno dei tre elementi che
rafforzano la scalata neonazista nella società ellenica sono le Forze
dell’Ordine. La polizia aggressiva ed eversiva che alla fine nel dicembre 2008
uccideva lo studente anarchico Grigoropoulos e che in tante occasioni aveva
sfiorato l’omicidio di militanti e sindacalisti anche prima che scoppiasse la
serie infinita di cortei contro la punizione economica collettiva del popolo
greco. Gli agenti dei Mat, le squadre antisommossa ripetutamente accusati di
eccessi di violenza sia nell’esercizio delle funzioni sia fuori di esso, hanno
espresso in troppe circostanze simpatie o aperte adesioni a gruppi paramilitari
tuttora attivi sulla scena politica (gli attivisti di Chrysi Avgi sono sospettati d’aver ucciso Fyssas). La cartina al tornasole
degli orientamenti di molti poliziotti greci, soprattutto le giovani reclute,
vengono dai riscontri dell’urna nelle ultime elezioni che hanno raggiunto punte
elevatissime, anche superiori al 20%, in particolari nei seggi dove votavano
gli uomini in divisa. Durante gli scontri di piazza degli ultimi tre anni si
sono ripetutamente visti poliziotti e miliziani di Alba Dorata - riconoscibili
per gli abiti neri indossati a mo’ di uniforme - cooperare nelle azioni
repressive, pestaggi e addirittura nei fermi di manifestanti. Favore ricambiato
nei casi di caccia all’uomo scatenati dai neonazisti per le vie cittadine che
vengono tollerate e coperte dagli agenti, i quali nel migliore dei casi non
intervengono a contrastare i criminali. Nessun ministro degli Interni ha preso
provvedimenti.
Assenza dei
partiti – Fra l’attuale premier greco
Samaras, che continua a fare lo struzzo di fronte alle violenze fasciste per
non perdere consensi dell’elettorato conservatore passibili di trasmigrazione
da Nea Dimokratia ad Alba Dorata, e altre forze responsabili di corruzione e
malgoverno del Paese quali il Pasok anch’esso poco propenso ad azioni
repressive contro l’eversione nazista, prende ultimamente piede la tendenza a
lanciare il classico cerchiobottismo degli opposti estremismi. Anche a sinistra
– dicono i sostenitori di rispolverati “opposti estremismi” – c’è violenza e
possibilità di eversione nelle componenti che contestano le norme della Troika
e la conduzione servile e catastrofica dell’attuale leadership ellenica.
Ovviamente si guarda a Syriza che i sondaggi danno come forza vincente di elezioni
future. Una mossa che portasse allo scioglimento delle formazioni estremiste eliminerebbe
formidabili concorrenti, visto che anche Alba Dorata è accreditata dai
sondaggisti di un’ulteriore crescita collocandosi attorno al 13% e diventando
il terzo partito. L’assenza d’iniziative di contrasto e il clima di sottovalutazione
del pericolo corso dalle istituzioni per le iniziative legali e illegali d’un
soggetto che riprende e teorizza i funesti metodi della macchina del consenso
hitleriana, hanno costituito finora una formidabile chance per gli uomini di
Michaloliakos che pure non vantano figure carismatiche come il movimento dei
loro idoli.
Legittimazione
popolare – Per ultimo, ma non certo
ultimo c’è il tema dell’enorme consenso popolare a un gruppo che non s’ammanta
solo di retorica patriottarda sfilando in mimetica e riproponendo scenografie
al lume di fiaccola da Terzo Reich dei poveri. I leader di Alba Dorata esaltano
“soluzioni finali” per le etnìe d’immigrati, teorizzano e ormai fanno praticare
ai Dumini di casa l’assassinio degli avversari politici e sociali come faceva
il peggior Mussolini. La cecità e il silenzio della politica nazionale (e
internazionale) s’accompagnano all’ambiguità con cui le stesse strutture della
Chiesa ortodossa non hanno con nessun pope sollevato il problema, visto che
certi militanti nazisti si considerano uomini di fede. Il pessimismo e il vuoto
di valori conducono un crescente numero di giovani a guardare con simpatia a
soluzioni di forza che cercano facili capri espiatori ed esaltare lo spirito di
corpo come negli scontri fra gang o tifoserie da stadio. Vedono cittadini
stritolati dalla carenza di euro ad aderire a campagne populiste per evadere il
pedaggio autostradale, trovano decine di migliaia di persone, non certo solo i
senza tetto ma l’infinità di disoccupati cresciuti a dismisura un mese via
l’altro, a seguirli nella distribuzione di cibo “solo per i greci”. Niente di
nuovo, violenze e demagogie trite ma sempre utilizzate da chi vuole usare il
popolo e non emanciparlo. Avere la coscienza per comprenderlo non è automatico
quando i bisogni picchiano in pancia prima che in testa. Per questo l’antidoto
è necessario, al più presto.
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