martedì 18 marzo 2025

Genocidio lento

 


Israele, non Netanyahu, ne ammazza quattrocento in un colpo solo. Non gliene bastavano cinquantamila, che invece sono molti di più, perché di tanti i cadaveri non sono conteggiati. Si stanno decomponendo sotto i pilastri di cemento abbattuti coi supercolpi, simili a quello di stanotte. Armi letali, armi bestiali come chi le usa, chi le comanda, chi le giustifica, chi a casa nostra e nel mondo - fra le anime belle del politicamente corretto e oggettivamente corrotto - ha venduto l’anima all’unico Dio riconosciuto: lo sterminio. Parlano degli attuali demoni della geopolitica i Soloni della comunicazione, omettendo, tralasciando, dimenticando volontariamente l’infinita scia di sangue dietro cui si parano tanti ‘incorporati’ della notizia. Scrivendo e descrivendo tutto il bene della Civiltà e tutto il male del Terrore. Categorie che stanno fra i civili d’Israele, parenti delle vittime del raid del 7 ottobre e fra i civili della Striscia resi incivili da chi decide per loro di combattere, tenendoli bloccati fra le macerie, rendendoli presto cadaveri. Le bombe piovono sui diseredati di Gaza: la colpa è di Hamas che non restituisce i prigionieri. Davanti a una telecamera un padre, né giovane né vecchio, urla: Ci stanno massacrando, cosa fa il mondo? E’ un già sentito, un già vissuto. Il mondo non vuole fare nulla, chi è debole deve soccombere. Non ha speranze. Con l’ipocrisia che gli appartiene, il mondo che comanda il mondo decide dove spegnere le bocche di fuoco, chi salvare e quando, dopo aver bruciato vite per un po’. In quella fetta di Terra ch’era la Palestina, questa formula non vale. Si vuole continuare a sterminare, non c’è America rossa o blu a differenziare. C’è il nero d’Israele, da ottant’anni padrone di buio e lutti.


   

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