martedì 22 luglio 2025

Numeri, nomi, strazi

 


Mille solo per fame. Da aggiungere ai sessantamila, ma sono di più, molti di più smembrati da centoventicinquemila tonnellate di polvere esplosiva prima di finire fra l’altra polvere e la terra. E sotto di esse. La terra contesa, si dice. La terra rubata, è più giusto. Rubata assieme alle vite, quando il cuore ancora batte e quando non riesce più farlo perché è prosciugato dai digiuni imposti dai sicari in divisa, tristemente obbedienti al ruolo infame. Riuscire a conoscere il nome dell’ultima vittima, che l’impotente patriarca cattolico di Gerusalemme definisce un atto di umanizzazione davanti alla sfibrante conta giornaliera dei cadaveri, è pietà laica prima che sacra ma non serve a placare la brama di sterminio israeliana. Ormai molti di più d’un anno addietro e dei mesi successivi l’attuazione del piano genocidario sui gazawi, un piano accolto come liberatorio dalla maggioranza che conta nello Stato ebraico, molti fra politici e pensatori, personalità e nazioni, gente per bene e cittadini qualunque, e organismi come le Nazioni Unite, i Tribunali Internazionali che dovevano misurare e contenere  le atrocità dei potentati del mondo, pensano tutto il peggio su Netanyahu, sul suo governo criminale, sulle loro strutture di misfatto celate dietro divise militari o doppiopetti diplomatici, ma la mortifera pianificazione prosegue. Non una distopìa, no. Una repellente sanguinaria realtà che tritura e risucchia vite sfibrate nel buco nero del suo orrore. I racconti di questo terrore riescono ancora a proseguire grazie alla pattuglia, purtroppo sempre più assottigliata, degli eroici giornalisti palestinesi della Striscia, massacrati anch’essi in oltre duecento, tanto per tornare ai numeri, e possiamo citarne qualcuno (Fadi Hassouna, Ibrahim Al-Sheikh…) tanto per non dimenticare i nomi. Sebbene i loro volti, come quelli cadaverici prima d’esalare l’ultimo respiro di Fatima o Mohammad, non li abbiamo mai incrociati sui nostri schermi, schermati dal servizievole inchino all’alleato americano. Il padrino del democratico Israele, la funerea nazione sovrana che dal 1948 impone lo strazio del popolo di Palestina. 


 

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