Un destino segnato quello di Abdullah Morsi,
figlio venticinquenne del deposto, incarcerato e defunto presidente egiziano
Mohammed. Anche il giovane è morto per un attacco cardiaco avvenuto ieri. Ne
danno notizie alcune agenzie, fra cui la turca Anadolu, che riporta i comunicati dell’Oasis hospital di Giza e la
versione fornita dal fratello Ahmed. Abdullah stava conducendo un’auto quando
ha riscontrato improvvisi spasmi. Soccorso è stato condotto in ospedale, ma il
personale sanitario non è riuscito a rianimarlo. Il decesso segue di tre mesi
quello paterno, avvenuto sempre per un infarto mentre era in corso un’udienza
nel Tribunale che giudicava l’ex presidente per “aver tramato contro la sicurezza
della nazione”. Le condizioni fisiche del sessantottenne politico della
Fratellanza Musulmana erano compromesse dalle disfunzioni cardiache e dal
trattamento carcerario che, dal momento della sua rimozione nel luglio 2013,
non era stato leggero. Come denunciato dai legali di vari leader del partito
islamista, in alcuni casi finiti anch’essi in galera, il carcere duro e le
torture non erano mancate per uomini che avevano superato sessanta e
settant’anni d’età. Abdullah Morsi non s’occupava di politica. Certo, aveva
assistito il padre durante il processo e s’era mostrato critico verso il regime
persecutorio introdotto dal generale Al Sisi. Il ragazzo era stato recentemente fermato con l’accusa di uso di stupefacenti, però i difensori
sostenevano si trattasse di un’accusa fabbricata ad arte per incutergli timore
e tenerlo lontano da tentativi di sostegno della causa paterna e di quella del
gruppo di riferimento. In alcuni interventi comparsi sui social network il
giovane Morsi aveva additato Abdel Ghaffar, il ministro dell’Interno che ha
gestito gli anni della repressione più dura nei confronti di oppositori e di cittadini
egiziani e stranieri, che hanno conosciuto rapimenti, sevizie e morte violenta come il nostro Giulio Regeni.
E aveva citato anche l’attuale ministro Mahmoud Tawfiq, successore di Ghaffar e
suo strettissimo collaboratore nella National
Security Agency, l’Intelligence che tanta parte ha avuto nelle operazioni più
nere, peraltro non terminate. In ogni caso, il secondo figlio di Morsi è
mancato per attacco cardiaco. Occorrerà vedere se seguiranno
indagini.
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