domenica 21 marzo 2021

India, la pandemia riprende la corsa

Galoppa nuovamente il Coronavirus anche nel Paese-continente indiano. Il governo centrale se ne accorge, cerca soluzioni, annaspa come quelli dell’Unione Europea, con qualche difficoltà in più dettata da sovrappopolazione e difficoltà di distanziamento nelle sue megalopoli. La ricrescita del virus, che nella settimana appena conclusa ha portato a oltre 40.000 i casi giornalieri, riponendosi nella scia d’un anno fa quando i picchi superavano i 100.000 contagi quotidiani, viene considerata una seconda ondata. Dopo i mesi di allentamento della prevenzione, della ripresa di riunioni per feste e matrimoni, delle contestazioni sociali (l’intenso trimestre di cortei degli agricoltori raccolti in decine e forse centinaia di migliaia nei dintorni di Delhi). E ancora delle celebrazioni religiose con tanto di rilancio della lotta confessionale, comprensiva di caccia all’uomo condotta dai fanatici hindu contro altre minoranze religiose, ecco che il Covid-19 riporta in ospedale tanta gente. Rassicurante il ministro della Salute sostiene che il 60% dei posti letto sono liberi, ma quel che sta accadendo nel popoloso Stato del Maharashtra che di cittadini ne conta oltre 125 milioni (la capitale Mumbai con 13 milioni detiene il record mondiale di densità di popolazione: oltre 31.000 abitanti per chilometro quadrato), dovrebbe preoccupare i burocrati del  Bharatiya Janata Party: solo lì in un giorno s’infettano ufficialmente 26.000 persone, ma coloro che non effettuano test e tamponi sono molti di più.

 

Finora il governo ha confermato 12 milioni di contagiati e 160.000 deceduti per Sars CoV2. L’opposizione, d’ogni colore, contesta tali dati e sostiene che Modi e il suo staff riducono le quote per evitare d’ammettere, non solo il flop del contenimento della pandemia, ma la stessa volontà di contrastarla adeguatamente. I grandi numeri del Paese, a cominciare dal miliardo e 380 milioni degli abitanti, sono cifre impressionanti da dover gestire per organizzazione e per risorse. Però l’approccio del Bjp è ampiamente superficiale, punta a superare le difficoltà con la decantata ‘immunità di gregge’ che si raggiungerà chissà quando e a quale prezzo. I detrattori di Modi affermano a prezzo dei tanti cadaveri velocemente cremati, non solo in relazione al rito hindu e per non creare altri focolai endemici, ma per evitare di stabilire l’origine dei decessi. Ecco le accuse rivolte agli amministratori. Sebbene l’India sia un’immensa fabbrica globale di medicinali (il tanto discusso vaccino AstraZeneca viene prodotto dal colosso Serun Institute of India, che ha sede nella grande citta di Pune, proprio nel popoloso Maharashtra e il 40% del siero inoculato nel mondo vede luce qui) in un anno il governo Modi non ha investito capitali adeguati per l’immunizzazione dei concittadini, chiedendo a quell’istituto d’incrementare la produzione anche a uso interno. 

 

Chi non prende sottogamba la situazione è Sars CoV2 che si prodiga nello sviluppare varianti, come gli scienziati del settore ribadiscono agli ondivaghi politici d’ogni latitudine. A New Delhi si consolano del fatto che le maggiori “varianti” in circolazione (inglese, brasiliana, sudafricana) siano lontane e tenute a distanza anche dagli scarsi collegamenti. Sebbene quelli aerei stiano riprendendo e l’aviazione civile indiana impone a tutti gli Stati federali di attivare i controlli e interdirli ai passeggeri che non s’attengono alle norme con una sospensione dell’autorizzazione al volo dai tre mesi ai due anni. Nei tre Stati attualmente in allarme per la pandemia: il citato Maharashtra, Kerala e Punjab, l’opposizione al Bjp fa pesare le sue critiche. Queste vengono rispettivamente da Shiv Sena, Partito Comunista, Partito del Congresso che contestano i mesi di sciagurata trascuratezza dell’esecutivo Modi. Fa specie vedere leader dello Shiv Sena lanciarsi contro il Bjp. Questo raggruppamento d’ultradestra fautore dell’hindutva, sostenitore delle caste e di comportamenti razzisti verso le minoranze etnico-religiose ha compiuto un buon tratto del percorso politico al fianco del più corposo alleato. Nel 2018 c’è stato un allontanamento, solo parzialmente lenito nelle elezioni dell’anno seguente. Pur ridimensionato elettoralmente Shiv Sena, che mirava a un’espansione nazionale, conserva nell’importante regione occidentale una corposa roccaforte.

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