Certo è che il Pentagono, pronto a smarcarsi con una dichiarazione di circostanza con cui s’è detto “non informato dell’operazione” è il Convitato di Pietra di quanto Israele, oggi diretta da Netanyahu, nei decenni scorsi a guida egualmente coloniale e criminale, va compiendo. Israele si permette di minacciare il mondo, deridere i suoi organismi di rappresentanza, triturare accordi sottoscritti, e poi uccidere, uccidere, uccidere chiunque, ovunque, in ogni modo, perché la Casa Bianca lo permette. Così le altre potenze occidentali, non tanto l’insignificante Unione Europea, ma Gran Bretagna e Francia. Chiamata di correo anche per Russia e Cina, vaghe stelle d’un orizzonte rabbuiato e oggi incartate, Mosca con la propria guerra, Pechino col braccio di ferro a distanza con Washington nel Pacifico. Tutto il resto è niente. Né la sopravvivenza di civili, né l’esistenza di rapporti pacifici. Comunque pur senza intervenire, senza dissuadere diplomaticamente “l’unica democrazia mediorientale”, basterebbe non armarla. Anche dei soli arsenali, questi sì di distruzione di massa, che metodicamente il Congresso americano decide di rimpinguare, a tutto vantaggio della boria del ceto politico di Tel Aviv. Che non si serve affatto di tali armi per difendersi. Le usa per sopprimere e opprimere avversari e migliaia di abitanti, diversificando la morte con l’afflizione dei colpiti nella maniera più subdola e vile, come hanno mostrato le recenti esplosioni dei beeper, fornitura di Hezbollah tramutata in strumento di sevizia. Se costoro sono uomini, direbbero ebrei della generazione che ha subìto le persecuzioni… Rimpiazzare un elemento carismatico ed esperto della levatura di Nasrallah sarà improbo. Ma sradicare il pur malandato Partito di Dio e la gente sciita dal sud del Libano diventa improbabile. L’alleato iraniano è a lutto e furente, non impegnato in reazioni sebbene fra le vittime delle esplosioni ci sia l’ennesimo comandante Pasdaran. Ogni mossa resta sospesa a un filo. Per ora Israele vuole strafare, mentre l’attendismo si colora di debolezza. Eppure il vicino Medioriente può sempre infiammarsi ancor più.
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