Dopo la grande avanzata elettorale del mese scorso il blocco
denominato India, che raccoglie gran
parte dell’antagonismo al Bharatiya Janata Party del confermato
premier Modi, rende il Parlamento molto meno soggetto ai voleri del partito di
maggioranza, relativa e non più assoluta. L’opposizione ha conquistato seggi, compattezza,
fiducia e durante la sessione d’insediamento della 18° Lok Sabha (la Camera bassa della Federazione indiana) si è
assistito a una sorta di lezione d’induismo a casa degli hindu. A sviscerarla è
stato l’uomo simbolo del riscatto anti Modi, quel Rahul Gandhi emancipato dal
ruolo di predestinato della politica nazionale. Figlio, nipote, pronipote d’una
casta familiare che lotta contro le caste etnico-sociali ma ingombra la scena
dall’epoca della nascita dell’India moderna. Eppure appartenere al clan
Nerhu-Gandhi è stato per Rahul quasi più un peso che un vantaggio. Solo ora, a
cinquant’anni suonati, riesce ad aprirsi spazi direttivi, rilanciando il
malconcio Partito del Congresso e la stessa
coalizione India. Cosa s’inventa dopo
la ‘lunga marcia’ che l’ha fatto conoscere ai più? Pur non essendo un teologo
Rahul, davanti ai deputati riuniti in consesso, ha avviato una riflessione
sulle radici dell’induismo. L’ha rivolta all’attualità, entrando nel terreno
solitamente percorso dai propagandisti hindu, compresi gli onorevoli e i
ministri degli esecutivi formati da Modi. Ha scomodato la scrittura e l’iconografia
del culto col maggior seguito di fedeli nel Paese, ricordando che: “Essere veri hindu significa essere amanti della
pace, tolleranti, veritieri e senza paura. Coloro che spesso si proclamano
hindu non mostrano questi princìpi”. Un colpo durissimo al leader del Bjp che sull’identità religiosa ha creato
l’appartenenza politica dei concittadini elettori. E allora, chi è un vero
hindu? Rahul non ha dubbi.
“Chi si richiama all’insegnamento del
Mahatma e dunque alla non violenza. Sono hindu coloro che l’hanno conosciuto e
continuano a vedere la sua eredità come il principale antagonista d’un altro
induismo”. Poi
domanda: “La violenza rappresenta un anatema
al vero induismo o è una caratteristica distintiva della storia dell’Hindutva?”
Per rispondere cita un recente testo di Vinayak Chaturvedi: Hindutva and Violence: V.D. Savarkar and the
Politics of History. Gli studiosi sottolineano come l’autore non sia un sostenitore del Partito del Congresso né tantomeno un
militante di sinistra. Per giunta i genitori l’hanno denominato Vinayak in
onore dello stesso Savarkar. Dovevano essergli fedeli… Chaturvedi afferma che l’intento
del suo libro è quello di “comprendere il
pensiero di Savarkar, non di lodarlo o d’infangarlo”. Nello studio
dell'intera e considerevole opera di Savarkar, Chaturvedi trova che “il concetto di violenza era al centro della
definizione dell’Hindutva”. "Gli
hindu non solo erano esistiti in uno stato di guerra in passato, ma avevano
anche bisogno di abbracciare la guerra permanente come parte del loro
futuro" perché "gli hindu
si comprendono come tali solo attraverso atti di violenza." Questo però
è l’induismo di Savarkar, non dei testi sacri, e l’esegeta Chaturvedi che l’ha
studiato sostiene come “l'ala destra
dell'Hindutva s’impegna regolarmente in quello che viene chiamato ‘Shastra puja’,
la propiziazione attraverso l’uso di armi da fuoco…”. Insomma in apertura
dei lavori assembleari l’ultimo dei Gandhi ha messo il dito nella ferita
purulenta della nazione indiana con affermazioni dirette e concetti duri, ma
usando la pacatezza che lo caratterizza. Così ha solleticato lo spirito critico
dei partner del blocco India, intervenuti
anch’essi contro i fallimenti sociali dei governi finora guidati da Modi,
fallimenti di cui dovrebbe rispondere personalmente visto i disastri causati sul
terreno dell’occupazione e della salute pubblica. L’accusa al Bjp è esplicita: usare l’induismo per mascherare
copiose magagne economiche e politiche, strumentalizzarlo con una lettura
violenta e fondamentalista del fanatico fondatore dell’Hindutva, discriminare altre fedi e voci della nazione. Secondo
Rahul e alleati non può durare. Modi risponderà cambiando rotta?
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