Books not
bombs c’è
scritto su uno dei mille biglietti poggiati ai piedi della Marianne, cuore
pulsante de la République de France. Cuore ferito, non fermato, nonostante le
giovani vite cancellate da altre vite giovani. Vittime tutti; non solo per il
buio calato sugli occhi di ventenni gioiosi e danzanti, ma per gli occhi
accecati di buio di coetanei votati a una danza di morte scelta come rifugio più che come futuro. Certo, un distinguo esiste ed è netto fra chi la vita la
ricama e chi la straccia agli altri e a se stesso. Però la scena finale è
tragica per ognuno. I libri sono passati per le mani di Abdelhamid che ha
vissuto a Molenbeek, Bruxelles, e studiato nell’ottimo liceo Saint-Pierre
d’Uccle.
Come passavano per le mani della dottoranda
Valeria che sceglieva di fare ricerca e vivere a Parigi, metropoli multietnica,
e finora più garante del percorso lavorativo per una giovane donna attratta dalla
maternità. Così lei ne scriveva. Il libro dei libri della religione islamica,
compare nella mano destra di Abdelhamid in una foto che lo ritrae combattente
in Siria, dopo il passo compiuto verso la jihad. Un testo sacro con cui il suo
mandante, l’autoproclamato califfo Al Baghdadi, ha decretato l’assalto
all’Occidente e a ogni kafir a suon
di bombe. Una bestemmia moderna, seppure per secoli interpretazioni faziose
delle fedi hanno prodotto guerre di religione. Nel Mediterraneo, in Europa, nel
Mondo.
Eppure l’odierna del Daesh non lo è. Usurpa il
credo d’un miliardo e mezzo di fedeli per interessi e ragioni di potere;
recluta chi riversa l’attenzione sulle bombe più che sui libri. Parliamo dei
testi che traghettano cultura e sapere, non follìa di dominio. Ridotto nella
condizione di potenziale bersaglio il cittadino occidentale non è diverso
dall’uomo che percorre le strade dell’Oriente vicino e lontano, dell’Africa e
di qualsiasi continente. In ogni comunità chi dà più importanza alla bomba
(terrorista o di Stato) rispetto al libro, simbolo di scienza e pensiero,
accresce la chiusura delle menti. Costruisce gli steccati dell’incomprensione
che oscurano il domani.
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