martedì 28 novembre 2023

Uomini come topi nell’India mineraria

 


Sono i cosiddetti ratto-minatori gli incaricati per una disperata operazione di salvataggio rivolta a quarantuno loro colleghi imprigionati da due settimane in un tunnel parzialmente bloccato da una frana. Accade nell’indiano Uttarakhand, uno Stato a nord dell’Uttar Pradesh, sito in un’area montuosissima, sotto la catena dell’Himalaya. Lì il premier Modi ha pianificato il passaggio d’una delle opere pubbliche più prestigiose della moderna storia del Paese. E’ la Char Dham Highway, un’autostrada che si sviluppa per 889 chilometri e si relaziona alla Char Dham Railway, anch’essa in costruzione, capace di collegare quattro luoghi santi del medesimo Stato: Badrinath, Kedarnath, Gangotri e Yamunotri. Ovviamente sono luoghi santi dell’hinduismo. La mega opera è l’asso nella manica più prestigioso del leader arancione pronto nel 2024 alla terza rielezione. Certo l’impervia natura, la conformazione geologica rocciosa e al tempo franosa, le altitudini e la rigidità delle temperature, la faglia tettonica sconsigliavano interventi, non solo invasivi per il paesaggio, ma per la stessa sicurezza. Invece il primo ministro ha tirato dritto. Mirando alla stupefazione di elettori, cittadini e fedeli hindu, è stato un convinto sostenitore della possibilità realizzativa e ha mobilitato la maggiore azienda statale di lavori pubblici, la National Highways & Infrastructure Development Corporation, diretta dall’amministratore Chanchal Kumar. Manager navigato, passato dai servizi dell’Aviazione Civile a quelli del Ministero dello Sviluppo, una carriera all’ombra del potere che da un decennio ha il marchio del Bharatiya Janata Party. L’opera, dunque, è in via di realizzazione con tanto di tunnel, viadotti, ponti, parcheggi, eliporti, un megalomane azzardo inserito nel ciclopico programma di comunicazione viaria voluto da Modi per un valore di spesa di 93 miliardi di dollari. Mostra l’India che conta, non solo fra i Brics ma fra i grandi del globo. 

 

Fin qui tutto fantasmagorico, tranne che per le citate controindicazioni geofisiche, geologiche sismologiche. Nel caso dell’incidente registrato sotto un massiccio montuoso ad alta quota, forse risultava sottovalutata la sfaldabilità della roccia che ha provocato il crollo interno, mentre le difficoltà incontrate dalle squadre di soccorso, non solo quelle relative all’uso della tecnica di scavare a mano per l’estrazione dei  minatori, si relazionano con  l’enorme escursione termica di temperature in picchiata nel corso della notte. A occuparsi degli sfortunati lavoratori ancoràti nel ventre della terra saranno dei minatori definiti professionisti dal governo, elementi addestrati che costituiscono reparti d’élite, quasi fossero militari. Cercheranno di recuperare questi sfruttatissimi cavatori cui sono affidati tratti di sbancamento assai pericolosi e, nonostante il rischio, sottopagati. I negletti provengono da aree povere della nazione, dallo stesso popolosissimo Uttar Pradesh, e da quell’estero ancor più miserabile. Il recupero manuale sostituisce quello coi macchinari accantonato perché inefficace e insidioso, non tanto per le misere vite degli intrappolati ma per il tunnel finora realizzato che potrebbe collassare. Le ultime note d’agenzia (Reuters) riferiscono d’un percorso alternativo stilato domenica. Ieri i ratto-minatori avevano forato una trentina di metri degli ottantasei necessari per raggiungere il gruppo che, comunque, ha ottenuto acqua, cibo, ossigeno attraverso un tubo. La perforazione d’un cunicolo largo meno d’un metro, prevede l’opera di tre specialisti, uno addetto allo scavo, uno alla raccolta di pietre e fango, il terzo al loro  smaltimento tramite un piccolo carrello. Sistema vetusto dotato d’incertezza per gli stessi specialisti che non possono escludere ulteriori cedimenti della parete, seppure ridotta, sulla quale viene praticato il foro. C’è da dire che tale metodo di scavo è tuttora praticato in India (e altrove) per l’estrazione del carbone prima che di minatori intrappolati. E proprio mentre scriviamo giunge la felice novella del salvataggio dei minatori, c’è da vedere se il premier l’attribuirà a sé o a Brahma e Shiva. 


 

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