Non
dovremmo farlo.
Secondo il codice deontologico non dovremmo insistere nel mostrare il
dolore, i corpi ridotti a miseri panni, le membra distorte o divelte. E’ vero
non dovremmo, ma questo non è sensazionalismo, non si tratta di speculazione né
informativa né politica. Non c’è il
morto sbattuto in pagina, c’è il morto e basta. Una drammatica sequela di
vittime palestinesi. E’ quello che mai vorremmo vedere e che il mondo degli
strateghi può vedere senza muovere un dito. E’ l’evidenza del cinismo che si
ripete ossessiva, che lascia spazio all’azione assassina di massacratori di
bambini che affermano di combattere terroristi. Gaza è l’esempio più noto, e
comunque mostrato, di troppi altri crimini celati e taciuti. Siria,
Afghanistan, la lista è lunga. E’ come entrare in una morgue, in un reparto
chirurgico seppur arrangiato, dove quelle sfortunate vite giungono esanimi o
già spezzate. Parlare di sangue, mostrare il sangue vivo oppure rappreso sulle
faccine di ragazzini nati dalla parte sbagliata è opera speculativa? Attendiamo
sanzioni.
All’esordio del suo Bordo
protettivo
Tsahal ha creato 24 cadaveri. E’ l’8 luglio: Mohammad, Amjad, Khader e altri non
respirano più, a ventiquattro, trenta e quarantacinque anni è sempre presto per
morire. Ma quando il giorno seguente s’arriva a Yasmin, Nidal e un altro
Mohammad che in tre fanno tredici primavere scendono le lacrime senza neppure
vederli. E su certi corpicini disfatti sarebbe meglio non allungare lo sguardo.
I media mainstream così fanno, non mostrano le turpi immagini, ma il vero punto
è che nessuno ferma questo riempimento di camere mortuarie. Altri 24 cadaveri
il giorno 10 con famiglie intere, come gli al-Hajj, gli al-Batsh seguono a
breve. Un giorno dopo l’altro le vite vanno e s’incontra quel che resta di
Sahar, 3 anni. Il 12 c’è una strage nella prolungata strage: 52 vittime e ogni
giornata porta la sua maledetta porzione. L’altalena è straziante: il 18 luglio
58, 45 nella giornata seguente. Non esiste pietà, non nella povera conta
palestinese, ma nel meticoloso e infinito cerchio assassino che tiene in vita Israele.
Finora il bingo segna 387.
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