domenica 9 marzo 2014

Il David d’assalto


I cow boys dell’Illinois non guardano per il sottile, né tantomeno lo fa un ex ufficiale dell’Us Army che ritiratosi dall’opra svolta al servizio della nazione ha avviato il personale business in un settore che non conosce flessioni. Attualmente la rilanciata ArmiLite, specializzata in fucili e colt  di cui l’esercito statunitense ricorda l’arma d’assalto M16, produce un fucilone (AR-50A1) che fionda sul bersaglio tocchi di proiettile calibro 50. Merce normalissima Oltreoceano, abbordabile nel prezzo di poco superiore ai tremila dollari, roba per quei “piccoli omicidi” narrati da Arkin prima del Bowling di Michael Moore. Eppure l’aziendina dell’Illinois vuole strafare e pensa in grande che il suo nuovo prodotto sia un masterpiece. Ecco, allora che l’arma letale la fa imbracciare a un capolavoro dell’esemplare del combattente: il David michelangiolesco trasformato in contractor. Con l’avvio della campagna pubblicitaria e la divulgazione di questa particolare idea dell’arte s’è innescata la reazione di autorità museali, assessori alla cultura, sovrintendenti fiorentini che ovviamente parlano di sfruttamento di capolavoro e oltraggio all’etica dell’arte. S’è mosso anche il ministro Franceschini che diffidando l’azienda ha promesso un’azione per l’immediato ritiro della pubblicità. Vivaddio, un contrattacco senza alcun tentennamento contro chi ha dimestichezza coi fucili. Mica robetta.

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