martedì 10 gennaio 2023

Egitto, un’inflazione pazzesca

 

Lira, sterlina, gineih in Egitto la moneta dall’epoca del protettorato britannico a quella della nazione autonoma ha mantenuto varie definizioni. Ciò che da mesi preoccupa una popolazione ormai di cento milioni di persone, la cui metà può essere considerata povera, è il valore della moneta stessa. Un valore in caduta libera anche per talune recenti decisioni della locale Banca Centrale che per aumentare il tasso d’interesse svaluta la sterlina egiziana con contraccolpi non indifferenti sui conti dei cittadini. I loro risparmi in valuta nazionale precipitano, mentre a causa di un’inflazione crescente (attualmente al 19,1% ma si prospetta giunga entro un mese al 25%) il costo della vita esplode. Non la cronaca finanziaria, ma quella economica ordinaria parla d’un paniere della spesa dove i generi di prima nutrizione (pane, uova, farine) salgono del 4,5% ogni mese, così a novembre e dicembre. Se a questo s’aggiungono le difficoltà, già in atto dall’estate scorsa, di ricevere cereali dall’Ucraina per l’estenuante guerra, il costo del pasto principale della gente comune continua a crescere. L’economia turistica, provata dal biennio di pandemia, stenta a riprendere, fra l’altro il Mar Rosso era una meta frequentata da quei russi che potevano permetterselo e che ora si muovono poco sempre per la tensione geopolitica. Alcuni esperti affermano che le scelte monetarie della Banca d’Egitto rientrano nelle manovre governative volte ad assecondare i piani del Fondo Monetario Internazionale per ottenere prestiti più corposi dei tre miliardi di dollari elargiti in previsione di riforme. Fra queste rientra il disegno della svalutazione, diventata una merce di scambio che colpisce duramente gli strati deboli. Un’eutanasia degli egiziani poveri, ma anche un pesante livellamento del ceto medio. Se per un verso la merce egiziana diventa meno costosa - ma sono venuti meno, ad esempio, i manufatti tessili dismessi da tempo per la chiusura di fabbriche, mentre le merci più comuni sono beni agricoli deteriorabili quali frutta e verdura - i prodotti meccanici ed elettronici provenienti da mercati esteri risultano più cari del 2021-22. E quindi inavvicinabili per un’infinità di acquirenti. Il disastro dovrebbe indebolire il potere del governo Sisi - incentrato su propaganda per i fedeli, galera e terrore per gli oppositori - sebbene per ora tace ogni protesta. Oggi un dollaro si cambiava a 27.5 sterline egiziane. Domani chissà.  

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