venerdì 8 gennaio 2016

Baci contro il divieto

Si baciano. Semplicemente. Teneramente, come fanno gli innamorati. Sono dodici persone: uomini, donne, gay, arabi e israeliani, non tutti hanno una relazione fra loro, alcuni sì, altri sono amici e qualcuno non si è mai incontrato prima. Hanno seguìto l’indicazione del media TimeOut di Tel Aviv e accettato di porsi davanti a una telecamera, non per l’esibizionismo oggi molto diffuso. Vogliono esprimere, attraverso un gesto d’amore qual è il bacio appassionato, una protesta. Una protesta civile e del cuore contro la barbarie dei sentimenti. Quella messa in atto dall’attuale ministro dell’Istruzione israeliano Naftali Bennett, e leader del partito nazionalista religioso Foyer Juif, che ha messo all’indice il romanzo Haie di Dorit Rabinyan, impedendo che il testo circolasse nelle scuole israeliane.

Un testo dirompente per le logiche esclusiviste e da apartheid che il governo Netanyahu, cui appartiene il ministro, pratica da tempo. In quel libro si racconta una storia semplice, che parla dell’amore di Hilmi, artista palestinese e Liat, traduttrice israeliana. Una condizione ipotizzabile tempo addietro, quando i due popoli, pur nella storica contrapposizione socio-politica e religiosa, avevano possibilità di guardarsi, sfiorarsi, e incredibilmente innamorarsi. Cosa diventata sempre più difficile con le occupazioni, le guerre, i muri che chiudono gli animi oltre agli spazi. Questo bacio che prova a uccidere il divieto, può uscire dal buonismo da spot se riuscirà a rompere la chiusura delle menti indotta da certa politica come unico sistema di vita adottabile. 

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