Rossa come il sangue versato dalla
gente di Gaza,
compresi i fratelli di Hamas nient’affatto terroristi. Rossa come la
bandiera-patria festeggiata nel giorno del centenario, la marea turca mossa dal
presidente Erdoğan a sostegno del popolo palestinese ha sopravanzato ogni altra
manifestazione di solidarietà che il mondo ha inanellato in questo fine
settimana. Lo spazio antistante l’ex aeroporto Atatürk di Istanbul si è
riempito all’inverosimile con una folla strabordante in quello che il governo
ha definito “Grande incontro palestinese”,
svoltosi mentre le bombe israeliane continuavano a squarciare edifici e vite
umane nella Striscia. Intervenendo Erdoğan è stato perentorio: “Il principale colpevole del massacro che si
svolge a Gaza è l'Occidente" e ha ribadito: “Hamas non è un'organizzazione terroristica. Israele è stato molto
offeso da quest’affermazione... Israele è un occupante, io parlo chiaramente
perché la Turchia non ti deve nulla”. Presenti nella piazza turca i leader
della coalizione governativa, fra cui Devlet Bahçeli del Movimento Nazionalista, del Grande
Partito dell'Unione Mustafa Destici, il nuovo responsabile del Partito del Welfare Fatih Erbakan, del Partito della Causa Libera Zekeriya
Yapıcıoğlu e del Partito della Sinistra
Democratica Önder Aksakal. Insomma è stato un incontro in grande stile dell’intero
gruppo dell’Alleanza nazionale che ha riscosso successo nelle elezioni
politiche e presidenziali del maggio scorso. Nessuna presa di posizione da
parte del Partito repubblicano. Fra
le sferzate rivolte ai politici occidentali il presidente turco ha rilanciato
la proposta dell’immediato cessate il fuoco per porre fine a quello che ha
detto ha il contorno “d’un genocidio”.
Secondo le autorità sanitarie palestinesi, dal 7 ottobre almeno 7.703
palestinesi sono morti per i bombardamenti dell’Idf, tra essi 3.000 bambini.
Più di 1.400 persone sono state uccise nell'attacco di Hamas contro i kibbutz
nel sud di Israele.
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