Galoppa nuovamente il Coronavirus anche nel
Paese-continente indiano. Il governo centrale se ne accorge, cerca soluzioni,
annaspa come quelli dell’Unione Europea, con qualche difficoltà in più dettata
da sovrappopolazione e difficoltà di distanziamento nelle sue megalopoli. La
ricrescita del virus, che nella settimana appena conclusa ha portato a oltre
40.000 i casi giornalieri, riponendosi nella scia d’un anno fa quando i picchi
superavano i 100.000 contagi quotidiani, viene considerata una seconda ondata.
Dopo i mesi di allentamento della prevenzione, della ripresa di riunioni per
feste e matrimoni, delle contestazioni sociali (l’intenso trimestre di cortei
degli agricoltori raccolti in decine e forse centinaia di migliaia nei dintorni
di Delhi). E ancora delle celebrazioni religiose con tanto di rilancio della
lotta confessionale, comprensiva di caccia all’uomo condotta dai fanatici hindu
contro altre minoranze religiose, ecco che il Covid-19 riporta in ospedale
tanta gente. Rassicurante il ministro della Salute sostiene che il 60% dei
posti letto sono liberi, ma quel che sta accadendo nel popoloso Stato del
Maharashtra che di cittadini ne conta oltre 125 milioni (la capitale Mumbai con
13 milioni detiene il record mondiale di densità di popolazione: oltre 31.000
abitanti per chilometro quadrato), dovrebbe preoccupare i burocrati del Bharatiya
Janata Party: solo lì in un giorno s’infettano ufficialmente 26.000
persone, ma coloro che non effettuano test e tamponi sono molti di più.
Finora il governo ha confermato 12 milioni di
contagiati e 160.000 deceduti per Sars CoV2. L’opposizione, d’ogni colore,
contesta tali dati e sostiene che Modi e il suo staff riducono le quote per
evitare d’ammettere, non solo il flop del contenimento della pandemia, ma la
stessa volontà di contrastarla adeguatamente. I grandi numeri del Paese, a
cominciare dal miliardo e 380 milioni degli abitanti, sono cifre impressionanti
da dover gestire per organizzazione e per risorse. Però l’approccio del Bjp è ampiamente superficiale, punta a
superare le difficoltà con la decantata ‘immunità di gregge’ che si raggiungerà
chissà quando e a quale prezzo. I detrattori di Modi affermano a prezzo dei
tanti cadaveri velocemente cremati, non solo in relazione al rito hindu e per
non creare altri focolai endemici, ma per evitare di stabilire l’origine dei
decessi. Ecco le accuse rivolte agli amministratori. Sebbene l’India sia
un’immensa fabbrica globale di medicinali (il tanto discusso vaccino
AstraZeneca viene prodotto dal colosso Serun Institute of India, che ha sede
nella grande citta di Pune, proprio nel popoloso Maharashtra e il 40% del siero
inoculato nel mondo vede luce qui) in un anno il governo Modi non ha investito
capitali adeguati per l’immunizzazione dei concittadini, chiedendo a quell’istituto
d’incrementare la produzione anche a uso interno.
Chi non prende sottogamba la situazione è Sars CoV2 che si
prodiga nello sviluppare varianti, come gli scienziati del settore ribadiscono
agli ondivaghi politici d’ogni latitudine. A New Delhi si consolano del fatto
che le maggiori “varianti” in circolazione (inglese, brasiliana, sudafricana)
siano lontane e tenute a distanza anche dagli scarsi collegamenti. Sebbene
quelli aerei stiano riprendendo e l’aviazione civile indiana impone a tutti gli
Stati federali di attivare i controlli e interdirli ai passeggeri che non
s’attengono alle norme con una sospensione dell’autorizzazione al volo dai tre
mesi ai due anni. Nei tre Stati attualmente in allarme per la pandemia: il
citato Maharashtra, Kerala e Punjab, l’opposizione al Bjp fa pesare le sue critiche. Queste vengono rispettivamente da Shiv Sena, Partito Comunista, Partito
del Congresso che contestano i mesi di sciagurata trascuratezza
dell’esecutivo Modi. Fa specie vedere leader dello Shiv Sena lanciarsi contro il Bjp.
Questo raggruppamento d’ultradestra fautore dell’hindutva, sostenitore delle caste e di comportamenti razzisti verso
le minoranze etnico-religiose ha compiuto un buon tratto del percorso politico
al fianco del più corposo alleato. Nel 2018 c’è stato un allontanamento, solo
parzialmente lenito nelle elezioni dell’anno seguente. Pur ridimensionato
elettoralmente Shiv Sena, che mirava
a un’espansione nazionale, conserva nell’importante regione occidentale una corposa
roccaforte.
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