Il satellite World-Wiew3, che da sei anni orbita sulle nostre
teste restituendo immagini ad altissima risoluzione di luoghi terrestri, svela
come i cinesi nell’area occidentale himalayana, che li ha visti scontrarsi con
oggetti contundenti con reparti indiani nella selvaggia valle in altura
denominata Galway, hanno ampliato proprie costruzioni. Il satellite è opera
dell’azienda Maxar che nasce dalle applicazioni spaziali di due storiche
company statunitensi: l’elettronica Philco e l’automobilistica Ford. Philco-Ford
nei primi anni Cinquanta iniziò a occuparsi di satelliti e per tutti i Sessanta
e Settanta di missioni spaziali americane, quelle Gemini e Apollo che
porteranno l’uomo sulla luna. Poi fu la volta di Voyager. Dunque, nella crisi di confine che ha risvolti
geostrategici, la tecnologia americana va in soccorso dell’alleato indiano che
ha sul piatto d’argento la prova d’un accrescimento di baraccamenti in cui non
si sa se vengano celate armi e di che genere. Il timore, per due potenze nucleari
che si fronteggiano, è quello di un’escalation della deterrenza tramite
l’istallazione di armamenti letali. La notizia appare in una fase di
distensione fra i contendenti, coi due comandi militari impegnati a
incontrarsi, dialogare, magari sciogliere i malintesi che hanno, comunque,
prodotto venti vittime fra i soldati di Delhi e una montante protesta interna anticinese
del nazionalismo hindu.
Gli scontri all’arma ‘impropria’ della scorsa settimana,
pur circoscritti in una lingua di terra di poco più di due miglia, erano
risultati i più deflagranti dalla guerra del 1962. Col governo indiano che
accusa i rivali di non rispettare la linea di demarcazione denominata Lac,
mentre Pechino afferma che l’intera valle Galway è di sua pertinenza e lì le
truppe indiane compiono ‘sconfinamenti’. Le strutture create dai cinesi, e i
relativi camuffamenti, erano già state denunciate dai militi di Modi, ora,
grazie all’azienda statunitense, costoro possono mostrare immagini dall’alto, visto che
quelle scattate, con enormi difficoltà, in loco da fotografi dell’agenzia Reuters, trovavano gli obiettivi battere
su mura di mascheramento. Comunque le immagini satellitari hanno creato
imbarazzo a entrambi i contendenti, probabilmente ciascuno pensa alla facilità
con cui può essere spiato, mentre i comandi indiani interrogati sul tema dalla
stampa interna ribadiscono che la via giusta è quella intrapresa coi colloqui
per ammorbidire la tensione. Solo il loro ex capo ha dichiarato ad alcuni media
che al di là dei proclami verbali cinesi, si potrà credere ai fatti, e questi
risulteranno positivi col ritiro sul terreno. Dal canto proprio più d’un
analista non crede alla distensione: l’area è nodale per entrambi, il braccio
di ferro potrà continuare.
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