Khairullah Khairkhwa, esponente talebano, è stato
intervistato dall’emittente qatarina Al Jazeera.
Buona parte del suo discorso è incentrato sulle note trattative di pace
svoltesi per mesi a Doha alle quali ha preso parte, sulla difficile attuazione della ‘fase due’ degli
incontri inter afghani ostacolati dal governo di Kabul, sull’intenzione
talebana di superare il lungo conflitto e costruire un nuovo governo che
escluda chi ha collaborato con l’occupazione occidentale. Ne riportiamo i passi
principali.
Washington deve mettere in riga Kabul - “Ci siamo accordati con
gli americani per una pace che prevede un nostro cessate il fuoco e un loro
graduale ritiro. Abbiamo mantenuto quest’accordo che non vedeva presente il
governo di Kabul. I nostri ridotti attacchi agli obiettivi militari
dell’amministrazione Ghani non rompevano il patto di Doha semplicemente perché
nessun accordo è stato stipulato con quel governo fantoccio. Abbiamo detto che
dopo i colloqui con gli americani avremmo iniziato a incontrare i partiti
afghani, non il governo. Ghani vuole accreditarsi, dopo le elezioni spera di
restare a galla per altri cinque anni, ma invece di attivarsi per il rilascio
di cinquemila prigionieri come previsto dagli accordi, continua a porre
ostacoli. A questo punto dovrebbero intervenire gli statunitensi suoi tutori. Se
Washington ordina il rilascio dei prigionieri, Kabul esegue. Noi vogliamo una
soluzione e una conseguente pace, non quest’inutile fase di stallo. Abbiamo
accettato i colloqui, accantonando la soluzione armata, proprio per sbloccare
la situazione. Siamo convinti che da una comprensione fra i partiti afghani
scaturirà un nuovo governo. Siamo pronti da mesi, a Kabul devono solo
rilasciare i prigionieri. I nostri esponenti hanno viaggiato fra Cina, Russia,
Iran, Pakistan, Uzbekistan per spiegare che non vogliamo la guerra, da anni l’abbiamo
intrapresa solo come autodifesa. Sappiamo che le diplomazie di questi Paesi
stanno agendo sui partiti afghani per trovare una soluzione”.
Niente russi e spazio alle donne - “La propaganda di chi
vuole intralciare la pace ha ultimamente diffuso la menzogna di taglie versate
dai russi ai nostri combattenti per uccidere soldati Usa. Non c’è alcuna prova,
si tratta di falsità diffuse per minare gli accordi. Affermare che i russi
possano tornare in Afghanistan è la bugia che Ghani usa per continuare a essere
difeso dai marines. Fra noi e il governo di Mosca ci sono solo buoni rapporti
diplomatici, nient’altro. Da quando abbiamo iniziato i colloqui le nostre forze
hanno ulteriormente aumentato il controllo dei territori, attualmente ne
controlliamo il 70%, in quei luoghi governiamo e garantiamo legge e sicurezza. Lì
la situazione è decisamente migliore rispetto alle zone su cui agisce
l’amministrazione di Kabul. I tribunali funzionano, i verdetti sono rapidi, non
si devono pagare tangenti. Il governo Ghani riceve assistenza e sostegno
economico internazionali, noi possiamo offrire solo sicurezza ed equanimità. Se
guideremo un nuovo governo questo sarà il nostro programma. Prima
dell’occupazione americana abbiamo cercato di creare le migliori condizioni per
la gente. Quand'ero governatore di Herat ricevemmo la visita di una
delegazione Onu che potè constatare il nostro approccio all’educazione nelle
scuole per ragazzi e ragazze. Ammettiamo che un tempo alcune faccende
riguardanti le donne fossero sbagliate, ma se si guarda l’entità dei crimini
durante l’era talebana e ora c’è un abisso. Con nostro governo si verificano
pochissimi casi di molestie sessuali, noi sosteniamo una libertà entro il
modello della legge islamica. Certo è illogico vedere qui una condizione della
donna simile a Europa e America, la nostra cultura è diversa da quella
Occidentale. Noi crediamo nei diritti delle donne, nell’educazione e nella
piena libertà nel rispetto della legge islamica. Durante il nostro governo le
donne erano nei ministeri, negli aeroporti e altrove”.
Mai più Qaeda - “L’offerta di pace prevede che i territori
afghani non siano usati per attacchi ad altri Paesi, vicini e lontani. Ormai tutti
sanno che non permettiamo a forze straniere di soggiornare impunemente sul
nostro territorio, non consentiremo quel che un tempo è accaduto. Le accuse
rivolteci per gli attacchi all’ospedale di Kabul sono una porcheria. C’era
l’Intelligence afghana dietro quegli attentati, sono gli stessi che dicono: non
è il momento per il ritiro delle truppe americane. L’amministrazione Ghani ci
vuole incolpare di crimini che sono suoi, ma la gente ha imparato a conoscerci,
la gente sa che i musulmani non fanno queste cose. I talebani sono islamici e
la nostra dottrina non permette attacchi a un ospedale. Quali benefici
otterremmo dall’uccisione di donne e bambini innocenti lì ricoverati? Noi
stiamo ancora investigando, ma conosciamo la mente di quel crimine, è la stessa
che incentiva il caos per non far ritirare le truppe straniere e per far
peggiorare la situazione. Noi pensiamo che l’attuale popolazione afghana non
abbia la mentalità di quella di vent’anni fa. Anche noi abbiamo davanti agli
occhi le drastiche mutazioni subìte dal Paese, e vogliamo il meglio per esso e
per un popolo di 40 milioni di abitanti. Tutti necessitano di sicurezza e libertà
d’espressione all’interno di una società islamica, perciò c’impegniamo a potare
pace e stato sociale a un popolo che non conosce queste condizioni. L’Intelligence
di Kabul sa che non può restare nel Paese dopo il ritiro americano ed è il
motivo per cui diffonde paura. Attraverso tivù e media di Stato divulgano
dicerie che sotto un nostro governo le ragazze non potranno tornare a scuola e
che la libertà di parola sparirà. La verità è che noi porteremo pace, sicurezza,
welfare e sviluppo. Vogliamo un Paese musulmano migliore, non possiamo prendere
il potere con la forza e privare la gente dei diritti. Lavoriamo per aiutarla. Non
lasceremo vivere il popolo sotto quel
conflitto eterno che ha avuto sotto gli occhi per quarant’anni”.
La fine dell'invasione occidentale sembra ormai prossima... speriamo bene, speriamo in un poco di tranquillità per questo popolo martoriato
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