venerdì 17 luglio 2020

Afghanistan, l’occhio talebano


Khairullah Khairkhwa, esponente talebano, è stato intervistato dall’emittente qatarina Al Jazeera. Buona parte del suo discorso è incentrato sulle note trattative di pace svoltesi per mesi a Doha alle quali ha preso parte, sulla difficile attuazione della ‘fase due’ degli incontri inter afghani ostacolati dal governo di Kabul, sull’intenzione talebana di superare il lungo conflitto e costruire un nuovo governo che escluda chi ha collaborato con l’occupazione occidentale. Ne riportiamo i passi principali.

Washington deve mettere in riga Kabul - “Ci siamo accordati con gli americani per una pace che prevede un nostro cessate il fuoco e un loro graduale ritiro. Abbiamo mantenuto quest’accordo che non vedeva presente il governo di Kabul. I nostri ridotti attacchi agli obiettivi militari dell’amministrazione Ghani non rompevano il patto di Doha semplicemente perché nessun accordo è stato stipulato con quel governo fantoccio. Abbiamo detto che dopo i colloqui con gli americani avremmo iniziato a incontrare i partiti afghani, non il governo. Ghani vuole accreditarsi, dopo le elezioni spera di restare a galla per altri cinque anni, ma invece di attivarsi per il rilascio di cinquemila prigionieri come previsto dagli accordi, continua a porre ostacoli. A questo punto dovrebbero intervenire gli statunitensi suoi tutori. Se Washington ordina il rilascio dei prigionieri, Kabul esegue. Noi vogliamo una soluzione e una conseguente pace, non quest’inutile fase di stallo. Abbiamo accettato i colloqui, accantonando la soluzione armata, proprio per sbloccare la situazione. Siamo convinti che da una comprensione fra i partiti afghani scaturirà un nuovo governo. Siamo pronti da mesi, a Kabul devono solo rilasciare i prigionieri. I nostri esponenti hanno viaggiato fra Cina, Russia, Iran, Pakistan, Uzbekistan per spiegare che non vogliamo la guerra, da anni l’abbiamo intrapresa solo come autodifesa. Sappiamo che le diplomazie di questi Paesi stanno agendo sui partiti afghani per trovare una soluzione”.

Niente russi e spazio alle donne - “La propaganda di chi vuole intralciare la pace ha ultimamente diffuso la menzogna di taglie versate dai russi ai nostri combattenti per uccidere soldati Usa. Non c’è alcuna prova, si tratta di falsità diffuse per minare gli accordi. Affermare che i russi possano tornare in Afghanistan è la bugia che Ghani usa per continuare a essere difeso dai marines. Fra noi e il governo di Mosca ci sono solo buoni rapporti diplomatici, nient’altro. Da quando abbiamo iniziato i colloqui le nostre forze hanno ulteriormente aumentato il controllo dei territori, attualmente ne controlliamo il 70%, in quei luoghi governiamo e garantiamo legge e sicurezza. Lì la situazione è decisamente migliore rispetto alle zone su cui agisce l’amministrazione di Kabul. I tribunali funzionano, i verdetti sono rapidi, non si devono pagare tangenti. Il governo Ghani riceve assistenza e sostegno economico internazionali, noi possiamo offrire solo sicurezza ed equanimità. Se guideremo un nuovo governo questo sarà il nostro programma. Prima dell’occupazione americana abbiamo cercato di creare le migliori condizioni per la gente. Quand'ero governatore di Herat ricevemmo la visita di una delegazione Onu che potè constatare il nostro approccio all’educazione nelle scuole per ragazzi e ragazze. Ammettiamo che un tempo alcune faccende riguardanti le donne fossero sbagliate, ma se si guarda l’entità dei crimini durante l’era talebana e ora c’è un abisso. Con nostro governo si verificano pochissimi casi di molestie sessuali, noi sosteniamo una libertà entro il modello della legge islamica. Certo è illogico vedere qui una condizione della donna simile a Europa e America, la nostra cultura è diversa da quella Occidentale. Noi crediamo nei diritti delle donne, nell’educazione e nella piena libertà nel rispetto della legge islamica. Durante il nostro governo le donne erano nei ministeri, negli aeroporti e altrove”.

Mai più Qaeda - “L’offerta di pace prevede che i territori afghani non siano usati per attacchi ad altri Paesi, vicini e lontani. Ormai tutti sanno che non permettiamo a forze straniere di soggiornare impunemente sul nostro territorio, non consentiremo quel che un tempo è accaduto. Le accuse rivolteci per gli attacchi all’ospedale di Kabul sono una porcheria. C’era l’Intelligence afghana dietro quegli attentati, sono gli stessi che dicono: non è il momento per il ritiro delle truppe americane. L’amministrazione Ghani ci vuole incolpare di crimini che sono suoi, ma la gente ha imparato a conoscerci, la gente sa che i musulmani non fanno queste cose. I talebani sono islamici e la nostra dottrina non permette attacchi a un ospedale. Quali benefici otterremmo dall’uccisione di donne e bambini innocenti lì ricoverati? Noi stiamo ancora investigando, ma conosciamo la mente di quel crimine, è la stessa che incentiva il caos per non far ritirare le truppe straniere e per far peggiorare la situazione. Noi pensiamo che l’attuale popolazione afghana non abbia la mentalità di quella di vent’anni fa. Anche noi abbiamo davanti agli occhi le drastiche mutazioni subìte dal Paese, e vogliamo il meglio per esso e per un popolo di 40 milioni di abitanti. Tutti necessitano di sicurezza e libertà d’espressione all’interno di una società islamica, perciò c’impegniamo a potare pace e stato sociale a un popolo che non conosce queste condizioni. L’Intelligence di Kabul sa che non può restare nel Paese dopo il ritiro americano ed è il motivo per cui diffonde paura. Attraverso tivù e media di Stato divulgano dicerie che sotto un nostro governo le ragazze non potranno tornare a scuola e che la libertà di parola sparirà. La verità è che noi porteremo pace, sicurezza, welfare e sviluppo. Vogliamo un Paese musulmano migliore, non possiamo prendere il potere con la forza e privare la gente dei diritti. Lavoriamo per aiutarla. Non lasceremo vivere il  popolo sotto quel conflitto eterno che ha avuto sotto gli occhi per quarant’anni”. 

1 commento:

  1. La fine dell'invasione occidentale sembra ormai prossima... speriamo bene, speriamo in un poco di tranquillità per questo popolo martoriato

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