Saluta, sorride. Riceve
l’onda di giubilo di attivisti e fan Hussain Rizvi, il leader dei Tehereek-i Labbaik Pakistan, liberato
stamane a Lahore. Per lui si sono spalancate le porte di Kot Lakhpat, un lager
per quattromila detenuti che ne ospita più di quindicimila. Un posticino con
tanto di forca per le esecuzioni dove già in passato chi era entrato in piedi
ne usciva definitivamente disteso. Non è il caso di Rizvi, peraltro mica condannato
alla pena capitale, ma a una reclusione (durata sette mesi) per gli infuocati
interventi che ne ribadivano la collocazione nella lista dei politici settari
accusati di terrorismo. La rimozione del suo nome da quella lista lo restituisce
alla vita pubblica, e probabilmente a rinnovati proclami settari. Appena uscito
di prigione Rizvi s’è recato nel quartier generale del partito, nella città di
Lahore, nella moschea Rehmatul Lil Alameen ha incontrato, fra l’interno e
l’esterno, migliaia di sostenitori giubilanti. Il rilascio era atteso, anzi
rientrava nell’accordo che alcuni ministri dell’esecutivo Khan, complice il
premier, avevano sottoscritto giorni or sono per far cessare la protesta dei
militanti del TLP. Questi avevano bloccato importanti arterie del trasporto mercantile
interno, mettendo a repentaglio forniture e commerci. La scarcerazione ha
creato dissensi fra alcuni esponenti del governo, contrari alla sanatoria
lanciata non solo sul nome di Rizvi, ma dello stesso raggruppamento
fondamentalista. Eppure il passo è stato compiuto e ancora maggiore è la gioia
dei supporter TLP perché Rizvi figlio potrà partecipare alla commemorazione
dell’anniversario della morte del padre che ricorre il prossimo 20 novembre.
Tutto sarà ricordato col rituale denominato Urs,
detto ‘matrimonio del santo’, con cui il sufismo indica l’abbandono del corpo
che si è unito all’Eterno. Per il raduno è stato predisposto dal governo un
ampio apparato di controllo con telecamere e vigilanza attorno alla moschea. Dopo
i festeggiamenti c’è chi s’aspetta ulteriori escalation delle posizioni
settarie dei TLP, rivolte alle minoranze confessionali e a chi non pensa e non prega
come loro.
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