lunedì 10 gennaio 2022

Egitto, la morte del diritto

E’ la morte del diritto a spingere la rete cairota d’informazione sui diritti umani (Arabic Network Human Rights Information) a interrompere la propria attività. L’annuncia lo stesso gruppo che in questi anni oscuri di omicidi, sparizioni, detenzioni, torture, persecuzioni compiuti dal regime contro cittadini egiziani, ha tenuto accese luce e speranze assistendo chi ne aveva bisogno. Finendo direttamente tormentato e stritolato fra mukhabarat e magistrati compiacenti al presidente al Sisi e al suo piano di feroce repressione che incrimina gli stessi avvocati degli imputati e quelli della citata associazione. Anhri ribadisce d’aver fatto di tutto, proseguendo strenui tentativi di difesa di spazi di libertà ossessivamente violati dal governo non solo verso attivisti e giornalisti, ma nei confronti d’ogni persona che proponga una libera espressione, pur slegata da partiti politici. Altre Ong che s’occupano della questione dei diritti subiscono molestie, però i membri di Anhri sono stati oggetto di furti, attacchi fisici, convocazioni poliziesche illegali, arresti, torture. La cessazione dell’attività, dopo diciotto anni d’instancabili battaglie civili e legali, inseguendo gli spazi che la legislazione della nazione consentiva, è sicuramente uno stop inaccettabile per i sentimenti di democrazia e libertà che l’organismo persegue e difende. Deve, comunque, far riflettere quel mondo libero che osserva e si rapporta all’Egitto sulla caduta agli inferi di questa nazione. “Oggi abbiamo sospeso il nostro impegno istituzionale, ma continueremo a essere avvocati coscienti e come individui indipendenti, difensori dei diritti umani lavoreremo a fianco con altre organizzazioni che curano i diritti umani” ha dichiarato il direttore Gamal Eid.  Ecco un sunto della “cura Sisi” rivolta al network dal 2013: confisca del quartier generale di Anhri che non ha più potuto recuperare forniture e documenti; nel 2015 sequestro della pubblicazione Wasla; nel 2016 divieto di spostamenti al fondatore e direttore dell’organismo più congelamento dei fondi di Anhri e chiusura delle sue biblioteche pubbliche; ancora nel 2016 diffamazione del direttore, di sua moglie e della figlia minore; nel 2017 blocco del sito web Katib; convocazione di due avvocati del gruppo da parte della National Security; nel 2018 arresto e torture a un funzionario Anhri; nel 2019 furti e attacco fisico a Eid; ancora nel 2019 arresto dell’avvocato del gruppo Amr Imam, con una progressione repressiva nell’ultimo biennio volta a imprigionare tutti i legali della struttura così da bloccare qualsiasi iniziativa giuridica.  

 

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