P
osto che la ministra
dell’Interno, Luciana Lamorgese, è rimasta al suo posto e che il ruolo di primo
ministro italiano è ricoperto da quanto di più equilibrato (dicunt) la politica nazionale possa
esprimere, Mario Draghi, resta il mistero di chi abbia indicato in una coppia
di attivisti che da anni pratica la solidarietà come elemento portante della
propria vita, pericolosi spalloni di migranti. Di questo vengono accusati
Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi che alle prime luci dell’alba sono stati
svegliati da un’irruzione della polizia di Stato presso la propria abitazione.
Gli viene contestato il reato di favoreggiamento d’immigrazione clandestina, e
nella casa perquisita venivano sequestrati cellulari, materiale contabile
dell’associazione Linea d’Ombra cui
dedicano tempo e forze per soccorrere rifugiati e migranti. I due sono molto
attivi sul confine orientale. Negli anni passati, e anche nei mesi scorsi,
hanno continuato a supportare, assieme ad altri attivisti, la grama esistenza di
profughi nei campi bosniaci, prima a Bihać poi a Lipa. I luoghi dove viene
bloccata la ‘rotta balcanica’ di migliaia di giovani esistenze provenienti dal
Medio Oriente, vicino e lontano. Siriani, afghani, pakistani, bengalesi che
provano ad avvicinarsi a un’Unione Europea che li respinge e che ha fatto di
Slovenia e Croazia le sentinelle militari e paramilitari per impedire a queste
speranze di trovare conforto per rifarsi una vita dopo la fuga da guerra, fame,
stenti. Nelle scorse settimane la retorica delle tivù di Stato ha inanellato
servizi sulle terribili condizioni affrontate da quegli individui accatastati, disumanizzati
dai respingimenti e ghettizzati in quei luoghi. Assediati dagli sprangatori di
frontiera - poliziotti e picchiatori croati - in un inverno durissimo che
vedeva quelle anime in pena calzare ciabatte in mezzo alla neve, lavarsi con
ghiaccio sciolto perché le già precarie sistemazioni nelle tendopoli erano
collassate fra incendi e minacce di rimpatri forzati. Molti politici della
democratica Europa vogliono rispedirli negli inferni di provenienza. Fra
costoro spiccano il parlamentare di governo Matteo Salvini e quella d’opposizione
Giorgia Meloni. Lorena e Gian Andrea - che abbiamo conosciuto e intervistato
anni addietro, ricevendo la limpida testimonianza della profonda umanità con
cui realizzano l’aiuto al prossimo di cui certa politica blatera - dovrebbero
essere sorretti e tutelati dalle Istituzioni, premiati dalla Presidenza della
Repubblica che tanto si prodiga a cercare begli esempi di solidarietà.
Dovrebbero essere benedetti dal Santo Padre, non vedersi braccati fra le
proprie mura da agenti dello Stato che insinuano presunti reati. Il neo governo
può offrire spiegazioni?
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