lunedì 19 ottobre 2020

Egitto, americani per i diritti


Tempo di elezioni a stellestrisce e i deputati statunitensi riscoprono il tema dei diritti in politica estera. Cinquantacinque democratici del Congresso hanno sottoscritto una lettera stilata da tre avvocati del proprio schieramento. La missiva è indirizzata al presidente egiziano al Sisi, senza mezzi termini gli si chiede di rilasciare attivisti, giornalisti, avvocati incarcerati per aver rivendicato l’applicazione dei diritti in quel Paese. “L’ingiusta detenzione in Egitto di difensori dei diritti umani, di attivisti e pacifisti è in netta opposizione alla tutela e alla libertà degli essseri umani custodite nella legge egiziana e in quella americana” afferma perentorio un passo della lettera. I deputati statunitensi esprimono timori anche per la complessa fase di pandemia che i luoghi affollati, come sono le celle delle prigioni cairote, rendono particolarmente pericolosa per la propagazione del virus. Un contagio che avviene fra i detenuti (ultimamente sono deceduti in carcere quattordici affetti da Covid-19) e fra gli stessi agenti di custodia. Sul punto c’è un attacco diretto a Sisi in persona cui è attribuita la volontà di tenere bloccati i prigionieri, con un’insensibilità senza pari attorno alla medesima questione della salute. Il testo fa un diretto riferimento ai finanziamenti militari degli Usa all’Egitto, che fra i Paesi armati da Washington occupa la seconda posizione assoluta. Ne deriva un esplicito avvertimento, anche in funzione del prossimo cambiamento d’indirizzo politico nell’amministrazione della Casa Bianca auspicato dai firmatari. Se in futuro Sisi vorrà ottenere le ‘preziose forniture’ dovrà addivenire a più miti consigli verso le decine di migliaia di cittadini bloccati in galera. Alcuni da anni, altri per anni come sancisce la norma del rinvio perpetuo del fermo e dello slittamento infinito dei processi subìto da molti di loro. La lettera ne ricorda i più noti: i militanti politici Ramy Shaath, Alaa Abdel Fattah, Zyad el Elaimy. Gli avvocati el Baqer ed el Massry; i giornalisti Solafa Magdy ed Esraa Abdel Fattah.

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