Allons
enfants…
et voilà il manager, pur scortato, deve darsela a gambe, e volare, volare oltre
la rete divisoria, tenuto per le chiappe dai guardiaspalle che non possono
guardargliele più di fronte a centinaia di lavoratori urticanti, incazzati per
i previsti licenziamenti. Duemilanovecento. Dopo i precedenti duemilaequattro,
cinquemilaefischia, duemilaottocento, considerati non persone ma numeri su
numeri, che quelli come Xavier - i tagliatori di teste (predecessori dell’Isis)
- hanno falcidiato e continuano a colpire per assecondare una fede: il
fondamentalismo del capitale. Necessario per quadrare i profitti di certe
aziende che teorizzano di conservarli all’infinito anche in tempo di crisi, puntando
a farla pagare solo a chi lavora. Che però non ci sta: rilancia la propria
rabbia sul manager usurpatore in un luddistico e liberatorio inseguimento che è
solo simulacro d’un linciaggio, ma mette il fiatone. Issato sul bordo della
cancellata che lo salva, il descamisado monsieur Broseta, respira a fondo e
smaltisce la paura, pensa d’averla scampata bella e incamera il totale sostegno
di quella politica che per il ruolo ricoperto deve oggettivamente
scandalizzarsi del gesto ribelle, ma mai si scandalizza di gettare via coi
licenziamenti le vite di migliaia di famiglie.
Ovviamente il troppo focoso manipolo che ha
placcato e lacerato la chemise del
capo del personale Air France, quasi che fosse un’ala avversaria inglese o
degli All Blacks, viene stigmatizzato
da taluni sindacalisti e da colleghi che si distinguono per metodi e stile. Lo
stesso fronte di protesta ha varie voci, quelle di ben pagati piloti, non sono
le stesse di altro personale, perciò la Compagnìa avrà modo di condurre
trattative vantaggiose per sé. Ma qui evidenziamo l’unica situazione che
intimorisce chi ha tutto il potere contrattuale (il manager) e può collocare in
prima pagina proteste altrimenti archiviate come routinario dissenso sui piani
aziendali: il gesto clamoroso. L’arrampicata sulla ciminiera, il seppellimento
in miniera, l’occupazione di fabbriche ormai dismesse e mai più operative,
azioni di rottura come lo straccio di giacca, camicia e cravatta. Roba datata,
da cattivoni fuori tempo massimo? Forse. Ma i tempi che si vivono, con
l’economia strozzata a danno dei soli lavoratori (chiunque essi siano piloti,
hostess o scaricatori dei nastri) più le normative azzeratrici di diritti e
tutele, necessitano anche di questi atti d’accusa. Ricordando a chi vive la
contraddizione del lavoro salariato che la lotta è ricerca di futuro, la
camicia inamidata certezza d’un presente aziendale tragicamente licenzioso.
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