Per il cecchino
israeliano di turno l’indomito Ibrahim era un bersaglio facile. Definizione
cinica di un gesto che supera il cinismo tramite l’omicidio. Un omicidio di
Stato che salverà il vero killer, semplicemente perché per la legge assassina
d’Israele quello di Ibrahim Abu Thurayyah, l’uomo amputato di entrambe le gambe
che si recava a protestare sulla sedia a rotelle, non è un omicidio. E’ ordine
pubblico. E contro il “terrorismo” dei manifestanti che lanciano pietre, i
militari possono sparare e uccidere. Lo Stato sionista che arma gli assassini,
poi li protegge. E il cerchio si chiude come gli occhi del mondo che annuisce. Dopo
avergli tagliato le gambe con un bombardamento aereo nel 2008, quando Ibrahim
aveva vent’anni, quella che i media mainstream definiscono “l’unica democrazia
mediorientale” gli ha tagliato la vita. Un colpo in testa a quest’attivista
estremo che non voleva stare al suo posto e via andare. E’ accaduto anche a
Yasser Sukkar, centrato sempre a Gaza, e ad altri due manifestanti uccisi in
Cisgiordania, per la sicurezza di Israele e la gloria dei suoi tiratori scelti
allocati sui blindati.
In occasione del
funerale di Ibrahim, che si è tenuto stamane a Gaza City, una troupe di Al Jazeera ha intervistato alcuni amici
dell’uomo che hanno evidenziato la grande forza d’animo e gli sforzi che
compiva per sopravvivere dopo l’amputazione delle gambe. Non potendo più
praticare la pesca, che era il suo mestiere, si dedicava al lavaggio delle
vetture, un lavoro che poteva eseguire muovendosi attorno con la sedia a
rotelle. Lavorare era una necessità: sei sorelle, tre fratelli e genitori
malati, così si faceva forza senza perdersi d’animo. Oltre ad aiutare la
famiglia sperava di poter mettere da parte un gruzzolo per garantirsi quelle
protesi che gli avrebbero permesso di stare in piedi e avere più dimestichezza
nei movimenti. Eppure eretto nello spirito di persona coraggiosa, di cittadino
sensibile alla causa della sua gente, Ibrahim lo è stato da sempre, visto che partecipava
senza timore a ogni manifestazione pubblica, comprese quelle più rischiose dove
la sua carrozzella non riusciva a divincolarsi fra i dossi del terreno
accidentato. L’hanno ucciso lì, in un tiro al bersaglio senza problemi.
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