domenica 25 maggio 2025

Appaltatori di morte

 


Vengono dal North Carolina oppure dal Wyoming i nuovi boss di Gaza. Chi dice che Hamas sia il padrone della Striscia, mente. Il Movimento di Resistenza Islamica per lo scorno di Netanyahu continua a esistere, il suo carnefice non è riuscito a estirparlo. Gli aumenta i funerali dei capi moltiplicandoli con quelli degli abitanti, sommandoli ai sopravvissuti e deportati a nord e a sud con continui cambi di rotta, ma Netanyahu non ha cancellato Hamas, come promette da due anni. Però Hamas deve celarsi, negli anfratti dei tunnel, magari nei cuori dei figli di Gaza rimasti senza madre, padre e neppure un parente prossimo. Orfani di vita, non di desideri. I boss di Gaza sono coloro che da qualche mese hanno preso in appalto ciò che si muove su quella polvere e fra quelle macerie, i mercenari di nuova generazione con armature differenti dagli Erasmo Gattamelata del passato. Nel business stabilito fra il padrone americano e quello israeliano provengono dalle terre degli Stati confederati e da quelle scippate ai Cheyenne, appunto North Carolina e Wyoming.  Le animano agenzie d’affari che assumono ogni genere di servizio dalla geopolitica della sopraffazione. In prima fila, Safe Reach Solution, inventata da un ex agente della Cia, che aveva iniziato con la gestione di check point e corridoi imposti da Israel Defence Forces, dove viene stipata la massa di gazawi costretta a fuggire dai mortali assalti aerei. Raid che proseguono, come pure le trasmigrazioni imposte per fiaccare e schiantare i più deboli, uno dei lugubri volti della pulizia etnica strisciante vanto del signore d’Israele. Ora arrivano i nuovi appalti e riguardano le derrate alimentari, se quando verranno ripristinate dalle concessioni a singhiozzo volute dal governo sionista. La ripresa dei decessi per fame dell’infanzia palestinese, non solo fra i deboli neonati bensì fra quei bambini che a quattro o a otto anni finiscono per morire degli stenti programmati a Tel Aviv, sono la palese dimostrazione di chi veramente s’avvicina alla teoria dei lager. Mentre afferma che lo slogan “Free Palestine” sarebbe un moderno “Heil Hitler” Netanyahu usa il cibo come strumento di condanna a morte e futuro ricatto, sotto lo sguardo armato dei pistoleri forniti dall’amico americano. 


 

 

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