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sabato 15 ottobre 2022

Turchia, nuova strage del carbone

 

Era già accaduto otto anni fa, segnando un terribile record: 301 minatori morti, più di una precedente strage del 1992 con oltre 200 vittime. Quel giorno nerissimo lo viveva la comunità di Soma - area anatolica occidentale, non lontano dal sito archeologico di Pergamo. Durante le concitate fasi seuccessive, di cui riportiamo sotto cronache e note, le autorità promettevano misure, controlli, dicevano “Mai più”, come usano fare politici e imprenditori. Ecco i risultati: stessa strage, si spera solo più contenuta nelle vittime. Ne sono state estratte 41 dalla miniera Müessese Müdürluğü, presso la città di Amasra sul Mar Nero, 350 km est da Istanbul, mentre 58 uomini dai caschi gialli, dai volti neri e tirati si sono salvati da soli o sono stati estratti vivi dai soccorritori. Storditi e disperati, ma vivi quello che non è accaduto ai compagni che loro già piangono, perché erano giovani o bisognosi, costretti a praticare il millenario terribile mestiere che le nuove frontiere energetiche dovrebbe abolire, come lo stesso minerale estratto. Invece la crisi scaturita e congelata dalla guerra in Ucraina, rilancia in ogni latitudine l’uso del carbone e tutto resta invariato. In Turchia paiono invariati anche il contesto, il contorno, le cause, le negligenze. L’odierno ministro dell’Energia, Fatih Dönmez, è imbarazzato nel trattare la questione come lo era il suo collega del 2014, un’unica differenza: la miniera della nuova mattanza a opera di grisou e incendi è di proprietà dello Stato, la Soma Coal Mining Company era un’azienda privata. Guidata dal genere d’imprenditoria del peggior liberismo economico, che dopo il kemalismo aveva trovato protezione e favori nel regime dell’Akp. Lo sosteneva e lo sostiene traendone vantaggi e profitti. Ad Amasra i cadaveri saranno meno numerosi solo perché a scavare nel ventre della terra c’erano 110 minatori, altrimenti il lutto sarebbe risultato più esteso. Le lacrime possono diventare più copiose perché per chi muore sul lavoro non c’è giustizia, ma soprattutto la morte sopraggiunge per mancanza o carenza di prevenzione.

 

Sulla strage mineraria di Soma cfr.:

 

https://enricocampofreda.blogspot.com/2014/05/kemal-sotto-terra-quindici-anni.html

 

https://enricocampofreda.blogspot.com/2014/05/il-consenso-erdoganiano-nel-buio-di.html

 

https://enricocampofreda.blogspot.com/2014/05/yusuf-e-recep-i-picchiatori-del-pensiero.html

 

https://enricocampofreda.blogspot.com/2014/05/soma-la-discolpa-del-potere.html

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