Erano tutti per noi i 450 chili di tritolo (250
secondo la polizia egiziana) che lo Stato Islamico ha rivendicato, sebbene
s’indaghi ancora sulla provenienza dell’annuncio. A lanciarlo non sono stati i
jihadisti locali di Ansar che ormai fiancheggiando l’Isis si denominano
“Provincia del Sinai”, ma direttamente un sedicente Stato Islamico egiziano. Il
breve proclama, che ringrazia Dio per la riuscita dell’attacco portato dai
‘soldati islamici’, avverte esplicitamente i musulmani di stare alla larga
dalla contaminazione occidentale e da coloro che combattono l’Isis,
direttamente e per interposte alleanze. E’ una fotografia del nostro governo
che, ad esempio, avalla la linea della fermezza del presidente Sisi e ipotizza
di programmare un intervento di polizia internazionale in Libia. Siamo tornati
bersagli, come ai tempi di Nassyria, in un Paese che nonostante tutti i
programmi e le militarizzazioni in atto non riesce a controllare il cuore della
sua capitale. Il Cairo come Kabul o Peshawar? Ancora no. Però la metropoli
egiziana precipita a livelli d’insicurezza propri degli attuali scenari di
conflitto aperto, con la possibilità di veder realizzate quelle tipologie di
stragi che giungono improvvise attraverso gli ordigni.
Il sistema è subdolo, non solo perché spesso
colpisce anche o solo cittadini inermi, ma perché è condotto da un nemico
celato, dietro il quale si possono nascondere le mani più varie, come insegnano
percorsi di stragismo ovunque attuati. La misura dello scontro si eleva, l’uso
di esplosivi presuppone maestri e luoghi di addestramento, orientandosi su una
militarizzazione del conflitto che passa in mano ai professionisti delle armi.
Uno scenario al quale Al-Baghdadi prepara ogni suo adepto se hanno un senso i
riferimenti alla figura di ‘soldati islamici’ che sono molto più di semplici
miliziani. Se in Egitto la lobby delle stellette avrà pane per i suoi denti,
saranno i cittadini e la forma politica giocata alla luce del sole che spariranno
definitivamente, come ormai è accaduto da oltre un anno. Soffocati dalla
repressione e ora esautorati dall’ennesima guerra per bande gestita da Signori
della guerra in uniforme cachi oppure nera. Per tacere di quanto sullo
stragismo possano crescere gli spargimenti di sangue col solo fine di
terrorizzare la popolazione di cui sono maestre le Intelligence, specie quelle
che monitorano e manipolano la geopolitica mediorientale.
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