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domenica 12 luglio 2015

Le minacce delle Stato Islamico egiziano

Erano tutti per noi i 450 chili di tritolo (250 secondo la polizia egiziana) che lo Stato Islamico ha rivendicato, sebbene s’indaghi ancora sulla provenienza dell’annuncio. A lanciarlo non sono stati i jihadisti locali di Ansar che ormai fiancheggiando l’Isis si denominano “Provincia del Sinai”, ma direttamente un sedicente Stato Islamico egiziano. Il breve proclama, che ringrazia Dio per la riuscita dell’attacco portato dai ‘soldati islamici’, avverte esplicitamente i musulmani di stare alla larga dalla contaminazione occidentale e da coloro che combattono l’Isis, direttamente e per interposte alleanze. E’ una fotografia del nostro governo che, ad esempio, avalla la linea della fermezza del presidente Sisi e ipotizza di programmare un intervento di polizia internazionale in Libia. Siamo tornati bersagli, come ai tempi di Nassyria, in un Paese che nonostante tutti i programmi e le militarizzazioni in atto non riesce a controllare il cuore della sua capitale. Il Cairo come Kabul o Peshawar? Ancora no. Però la metropoli egiziana precipita a livelli d’insicurezza propri degli attuali scenari di conflitto aperto, con la possibilità di veder realizzate quelle tipologie di stragi che giungono improvvise attraverso gli ordigni.


Il sistema è subdolo, non solo perché spesso colpisce anche o solo cittadini inermi, ma perché è condotto da un nemico celato, dietro il quale si possono nascondere le mani più varie, come insegnano percorsi di stragismo ovunque attuati. La misura dello scontro si eleva, l’uso di esplosivi presuppone maestri e luoghi di addestramento, orientandosi su una militarizzazione del conflitto che passa in mano ai professionisti delle armi. Uno scenario al quale Al-Baghdadi prepara ogni suo adepto se hanno un senso i riferimenti alla figura di ‘soldati islamici’ che sono molto più di semplici miliziani. Se in Egitto la lobby delle stellette avrà pane per i suoi denti, saranno i cittadini e la forma politica giocata alla luce del sole che spariranno definitivamente, come ormai è accaduto da oltre un anno. Soffocati dalla repressione e ora esautorati dall’ennesima guerra per bande gestita da Signori della guerra in uniforme cachi oppure nera. Per tacere di quanto sullo stragismo possano crescere gli spargimenti di sangue col solo fine di terrorizzare la popolazione di cui sono maestre le Intelligence, specie quelle che monitorano e manipolano la geopolitica mediorientale.

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