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martedì 30 luglio 2024

Bilancio indiano, Gandhi dolceamaro

 


Modi, Shah, suo ministro degli Interni, Mohan Bhagwat, leader del movimento paramilitare e fascista Rashtryia Swayamsevak Sangh, Ajit Doval, ex capo dei Servizi segreti, attuale Consigliere per la Sicurezza Nazionale, più la coppia Adani e Ambani, i super capitalisti indiani influenti sulla scena finanziaria globale. E’ il sestetto che per Rahul Gandhi forma il chakravuyuh che condiziona l’India. Nella tradizione chakravyūha è una formazione militare utilizzata per circondare i nemici. La metafora lanciata in Parlamento dal leader del Congresso indica la lobby degli interessi politico-finanziari-militari e paramilitari che oggi controlla il Paese. “A tutto danno dei ceti subalterni: agricoltori, operai e pure piccole e medie imprese, perché questo gruppo è l’essenza del monopolio che distrugge altre forme economiche e la stessa struttura democratica della nazione”. Seduta caldissima della Lok Sabha che sta discutendo il bilancio economico del governo Modi insediatosi a inizio luglio. Gandhi, col sostegno dell’Alleanza denominata India e un cospicuo numero di seggi, attacca senza remore i piani dell’esecutivo. Riferendosi ai due magnate, li addita come i pugnalatori di quel ceto medio indiano che da anni s’è affidato alla linea di Modi, popolare a parole, classista di fatto e ancor più favorevole solo ai grandi gruppi d’impresa. L’insistenza su quei nomi ha scatenato accesi scontri verbali con alcuni parlamentari del Bjp e lo stesso ministro degli Affari parlamentari, Rijiju, ha accusato il leader dell’opposizione di non rispettare le regole, “abbassando la dignità di questa Camera”. Nel battibecco Gandhi ha proseguito evitando di pronunciare i nomi dei due super industriali e li ha chiamati A1 e A2. Ma la polemica non è finita. Contrasti anche quando lo scatenato Rahul ha mostrato un’immagine della cerimonia denominata halwa, dal nome d’un dolce locale a base di carote, frutta secca, latte, realizzata alla vigilia della presentazione del bilancio. Nella foto era presente la ministra delle Finanze Nirmala Sitharaman, alla quale Gandhi chiedeva: “Non c’è un adivali, un dalit in questa foto. Si mangia halwa ma il resto del Paese non lo vede”. Ulteriore provocazione sul tema delle caste, su cui i gruppi dell’opposizione chiedono un censimento che da anni il governo evita di fare.

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