Pagine

sabato 14 novembre 2020

Leader di Qaeda ucciso a Teheran

Dell’eliminazione di Abdullah Ahmed Abdullah, alias Abu Muhammad al-Masri, freddato per strada a Teheran da agenti del Mossad che agivano in collaborazione con la Cia, non hanno parlato né la componente colpita, né gli esecutori materiali e i mandanti e neppure il Paese dove l’omicidio è avvenuto ben tre mesi fa. L’annuncia un articolo del New York Times. L’agguato è del 7 agosto, data simbolica poiché quel giorno di ventidue anni or sono le ambasciate statunitensi di Nairobi (Kenya) e Dar es Salaam (Tanzania) saltarono in aria. I due attentati, che causarono 224 vittime, vennero attribuiti dall’Intelligence americana ai gruppi di fuoco facenti capo ad al-Masri all’epoca trentaseienne. Ma perché tenere segreta quest'uccisione? In realtà la notizia dell’oscura eliminazione è stata offerta in maniera alterata. Accanto all'uomo, che viaggiava in auto e venne affiancato da killer in moto, c’era la figlia Myriam passata anch’essa per le armi silenziate, come usano fare gli agenti segreti, la loro identità era sotto copertura. Al-Masri era chiamato Habib Daoud, in Iran figurava come un docente di storia, la giovane è stata sposata con l'erede di Osama, Hamza bin Laden, anni addietro fatto fuori con un drone. L’ipotesi, alquanto credibile, proposta da alcuni analisti dialoganti con la Cia, è che padre e figlia fossero ostaggi coperti dai pasdaran. Vivevano in un’abitazione nel quartiere dove le Guardie della Rivoluzione hanno il loro quartier generale. E nella ricostruzione rivolta alla stampa dagli esperti di terrorismo internazionale, l’Iran si sarebbe offerto a ospitare e conseguentemente controllare alcuni personaggi di spicco della galassia qaedista, al-Masri era diventato il numero due dietro al-Zawahiri, dall’epoca in cui alcuni soggetti al vertice di quell’organizzazione cercavano di sfuggire alla caccia della Cia (dopo l’agguato a Osama bin Laden a Abbottabad, il 2 maggio 2011). Eppure in questo controllo d’un nemico comunque giurato – è nota la contrapposizione iraniana nei confronti di Qaeda, non solo per ragioni religiose – a lungo andare qualcosa non ha funzionato. Col venire a galla di questa notizia, ancora una volta la capitale della Repubblica Islamica Iraniana è stata oggetto di scorribande di agenti israeliani che hanno usato la stessa metodica con cui tempo fa eliminarono scienziati e ingegneri locali coinvolti nel piano dell’arricchimento dell’uranio per il progetto nucleare. Insomma, si è davanti a un buco della "sicurezza" di Teheran, che mette a nudo le capacità di controllo del territorio e degli obiettivi, com’è accaduto nello scorso gennaio con la perdita del comandante Soleimani durante una trasferta a Baghdad. Secondo il ministero degli Esteri iraniano, sulla vicenda la stampa internazionale sta offrendo scenari da finzione  cinematografica, ma al di là di versioni soggettive, i risvolti di taluni risvolti della geopolitica possono risultare anche più azzardati delle trame di certe fiction.  

Nessun commento:

Posta un commento