Coerente al suo credo politico che la faceva
lavorare per una tivù nazionalista ungherese – N1tv – fiancheggiatrice del partito
di estrema destra Jobbik, la videomaker Petra Lázló i profughi non li ama. Però
le serve filmarli, il lavoro è lavoro, il salario pure (quando nel mestiere
c’è). E seppure non ci fosse lei sta accorpata alla fitta schiera di
cameramen e giornalisti che tramite immagini e parole testimoniano l’ingresso
in terra ungherese di decine di famiglie di rifugiati, pressati dagli agenti.
Si spinge, si dribbla, seppure il terreno sia accidentato e non si tratti per
nulla d’un match sportivo. Impari la situazione fra gli ipotetici ospiti e i
padroni di casa in uniforme, manganello, spry urticante. Nella ressa si spinge,
ma Petra, che deve osservare e mostrare, freme. Vuol dire e fare la sua,
probabilmente vorrebbe impugnare non la videocamera ma un bastone. Così inizia
a scalciare, un uomo, una ragazzina, finché non gli passa sotto gli occhi un
adulto, un padre, oberato dal peso dello zaino, del figlioletto al collo, con
accanto un poliziotto che sta per fermarlo e che lui scarta.
Allora ci pensa lei, la camerawoman calciatrice
che guarda e non filma. E negli attimi in cui il profugo s’appressa ha già
deciso cosa fare: sgambettarlo, farlo cadere, faccia a terra, provocarne il
fermo o l’interruzione della fuga. Insomma fargliela pagare all’invasore. Lázló,
immortalata nelle sue gesta da un reporter tedesco e per questa prova allontanata
dal direttore dell’emittente che almeno tiene fede alla deontologìa
professionale, ha messo in atto ciò che tanti giornalisti-picchiatori praticano
quotidianamente: lo sgambetto vigliacco, l’infamia comportamentale. Nei
confronti di chi? della notizia prima che del pubblico. Alla faccia d’ogni
deontologia il loro scopo non è informare e neppure comunicare, seppure secondo
il proprio punto di vista. Peggio d’ogni opinionismo profuso a piene mani dal
mainstream, costoro puntano solo a provocare, intralciare, scalciare,
manipolare con parole e concetti e quando possono addirittura con le immagini. Fortunatamente
c’è chi crede nel ruolo e usa l’obiettivo con quell’obiettività che ha evidenziato
la vile canagliata.
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