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venerdì 5 giugno 2015

Turchia, sangue sul comizio dell’Hdp



Arriva la bomba nell’arroventato clima della vigilia elettorale turca. Provoca quattro vittime, un centinaio di feriti (un gran numero è  stato ospedalizzato) nel corso della manifestazione conclusiva del partito filo kurdo Hdp, nella provincia di Diyarbakır. Lì era presente il leader Demirtaş che si trovava a 30 metri dal luogo dell’esplosione. Le deflagrazioni sono state due, a distanza di cinque minuti, hanno ovviamente creato panico e colpito un muro umano di attivisti ed elettori stipati sotto il palco. Il ministro dell’energia Yıldız interrogato dalla stampa, secondo quanto riferito dalla polizia intervenuta, ha avanzato l’ipotesi che si sia trattato d’un guasto a un generatore. Dal canto suo il premier Davutoğlu ha affermato: “Seguiremo ogni pista, senza escludere tentativi di assassinio e ogni genere di provocazione. In passato abbiamo catturato attentatori scagliati contro questo partito, lo faremo anche in stavolta”. Il leader kurdo Demirtaş era atteso sul palco un’ora e mezzo dopo le deflagrazioni, non ha parlato perché il raduno è stato sciolto per ragioni di sicurezza.


Ciò nonostante un ampio nucleo di giovani è rimasto sul luogo con un presidio militante che mostrava l’intento di non cedere al clima d’intimidazione orchestrato da forze occulte. Nelle dichiarazioni rese ad alcune reti televisive il leader non ha voluto calcare la mano sull’episodio, invece altri membri del partito hanno apertamente parlato d’un tentativo di assassinio nei suoi confronti. Il deputato Süreyya Önder ha affermato d’essere stato avvertito da fonti sicure di un tentativo per eliminare Demirtaş. “Il passo unitario che sta compiendo il nostro partito, ben oltre la comunità kurda, aprendosi ad altre forze democratiche dell’opposizione,  è evidentemente visto come una variante pericolosa - ha affermato Önder - ma non ci allontanerà dalla gente. Per noi la morte è preferibile alle barriere di protezione”. Quest’ultime erano state consigliate agli organizzatori dalle forze dell’ordine. Demirtaş ha voluto condurre l’intera campagna elettorale girando solo con la sua vettura, privo di qualsiasi scorta poliziesca. Un segnale per la sua gente e per gli elettori che cercano un’alternativa a uno Stato sempre più autoritario. Nei giorni scorsi due bombe avevano colpito sedi dell’Hdp nel sud del Paese, a Mersin e Adana.

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