Non una, ma due,
tre forse più di dieci le piste che il
fiuto d’inchiesta e il senso di servizio, motori centrali del lavoro di Daphne
Caruana Galizia, possono motivare il disegno assassino di chi l’ha tacitata per
sempre. Fra gli inviati delle testate che seguono in loco le indagini di
polizia, Intelligence e magistratura circola la pista dei narcos: boss maltesi
con tanto di fan sui social network che minacciavano la giornalista. Ma accanto
al recente timore con cui la coraggiosa cronista e blogger aveva denunciato la
minaccia di morte, c’è quella sua disperata considerazione sul panorama
politico, socio-economico e finanziario incancreniti dall’illegalità che aveva
occupato il micro Stato col classico apparato criminale delle mafie.
Amministratori pubblici, imprenditori privati, faccendieri, prestanome -
interni ed esterni - interconnessi col partito di maggioranza e con quello
d’opposizione, intenti a realizzare affari generali e personali per ricavarne
vantaggi. Non è un caso che La Valletta vanti un Pil superiore al 4% annuo
conseguito nell’ultimo decennio grazie al gioco della fiscalità compiacente
messo in atto dal bipolarismo consociativo di laburisti
Le elezioni
anticipate dello scorso giugno, che
il premier Muscat aveva indetto per scrollarsi di dosso la rogna dei Panama
Papers, lo riportavano alla guida di una nazione che l’Unione Europea si tiene
in casa insieme ai suoi misfatti, sicuramente per servirsene da porto franco.
Quello che un ministro socialdemocratico della Westfalia, definiva neanche
tanto metaforicamente, la “Panama d’Europa”, suscitando il risentimento di Keit
Schembri, il capo staff e sodale del riconfermato primo ministro laburista. Ma
sul fronte dell’opposizione nazionalista, un politico di primo piano come
Adrian Delia è chiacchierato proprio per prossimità con un padrino di quel
narcotraffico che dalle sponde africane del Mediterraneo s’occupa d’ogni merce,
ponendo accanto alla droga, profughi e armi. Dunque cos’è diventata Malta? Un
paradiso fiscale con un’enorme quantità di società off-shore, un luogo amico
per i tanti evasori (l’Italia ne vanta un congruo numero fregiati da pedigree e
blasone familiare, aveva raccontato L’Espresso).
Un porto franco di lucrose attività criminali che necessitano di riciclaggio,
referente Ue e facilitatore nei rapporti coi potenti del mondo riguardo ai
business dell’energia (la vicenda della Tap ne è un esempio). Grazie a queste
operazioni, ne traeva vantaggio il “benessere” della nazione e i conti
correnti, ovviamente occultati altrove, di alcuni politici di primissimo piano.
Da qui il
tesoretto guadagnato da Joseph Muscat (lui continua a
negare, ma storicamente tanti ladri di Stato l’hanno fatto) tramite la
compagnìa Egrant intestata alla consorte Michelle, sul cui conto erano
transitati i dollari del presidente azero Alijev felice del suo affarone del
metanodotto verso l’Europa. Per parte sua era felice anche il ministro
dell’energia e del turismo Konrad Mizzi, quarantenne rampante sempre di sponda
laburista che porta un cognome storico nell’isola grazie al fondatore del
partito nazionalista Fortunato (1844-1905) e del figlio Enrico, premier seppure
per un periodo brevissimo nel 1950. Anche Konrad Mizzi, così rivelano le “carte
di Panama”, aveva una società intestata, per quanto collocata in Nuova Zelanda,
che comunque forniva i servizi finanziari a La Valletta. Nella correlazione degli
affari, dove le famiglie che s’alternano al comando condizionano la vita
nell’isola, la questione dei Panama Papers rappresenta il meccanismo più losco e
più grosso dove Daphne Caruana Galicia aveva ficcato il naso. Non solo perché
quei file parlano degli inconfessabili appetiti di Putin e Cameron, Sharif e
Poroshenko, passando per gli immarcescibili Mubarak, ma perché nel mappamondo
dei paradisi fiscali c’è una buona fetta dell’attuale economia mondiale e di
ciò che la geopolitica si trascina con guerre e stragi. Oltre all’oltraggio
estremo di chi ne parla.
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Trasferimenti di
ricchezze
1.Isole Vergini 2.
Panama 3. Bahamas 4. Seychelles 5. Samoa-Niue
Intermediari
Europa: 1. Svizzera 2. Isola Jersey 3. Lussemburgo 4. Regno
Unito
Medio Oriente: Emirati Arabi Uniti
Asia: 1. Hong Kong 2. Cina
Americhe: Panama
Proprietari
ricchezze nascoste
Europa: 1. Russia 2. Svizzera. 3. Regno Unito 4. Principato
di Monaco e Italia
Medio Oriente: 1. Emirati Arabi Uniti 2. Israele
Asia: 1. Cina 2. Hong Kong
America
1.Stati Uniti 2. Brasile e Argentina 3. Perù 4. Uruguay
(fonte: Süddeutsche
Zeitung)
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