Giorni addietro, in uno spettrale intervento sui
social media anche più cieco del fondamentalismo, qualcuno ha definito l’assassinio
dei 29 pellegrini copti benaugurante per l’avvio del Ramadan. Al torbido
commentatore islamista facevano eco i crociati dell’informazione nostrana
pronti a ribadire che l’unica soluzione è lo scontro, cercando vendette a
tuttotondo nei confronti dell’Isis, di jihadisti veri e presunti, quindi imam e
ayatollah, fedeli e miscredenti arabi, turchi o persiani, e minoranze etniche,
e rifugiati, e migranti: insomma i barbari che minacciano Santa Romana Chiesa.
L’affermano apertamente, questi difensori delle nostre radici che non si
dichiarano oltranzisti. Parlano in luogo dello stesso pontefice, troppo acquiescente
verso i diversi, un genere di gesuita in odore di ribellismo sovversivo. E se
giunge l’altra ferale notizia che chi di massacri vive, perché il suo piano non
è neppure il Jihad islamista ma la mattanza sanguinaria, ha colpito ancora e nella
martoriata Baghdad, e ha maciullato fedeli islamici che di sera, interrompendo
il digiuno, mangiavano, chiacchieravano, s’incontravano com’è bello fare nelle
calde serate che preannunciano l’estate, i nostri paladini vanno oltre senza
smentire le ferree tesi.
L’odio dell’Isis che uccide cristiani e non
nelle strade dell’Occidente, segue lo stesso percorso in altri angoli del
mondo. Scanna senza tregua infedeli e figli suoi, mira a un potere speculare a
quello che dice di combattere: il disegno imperiale tuttora signore e padrone
delle genti d’ogni continente. Il sovrano di questo turbinio stragista è ormai nudo,
come lo è la logica che dice di mettere in sicurezza il pianeta mentre cinicamente
ne ha stabilito la fine per guerre e asfissia. Entrambi questi prìncipi della
morte continuano ad aggregare combattenti sul proprio fronte, dove certezze e
fanatismo cementano aride esistenze prive di sensazioni e sentimenti. Chi ne
lamenta l’insano approccio è bollato come vile o demente e soggiogato al
nemico. Chi propone conoscenza e confronto è tacciato di cieca pazzia. Chi ricorda
come in tanti casi solo l’incontro apre occhi e menti a qualche prospettiva che
preservi la vita e guardi al domani, è ridicolizzato. Non è solo buona volontà,
sarebbe ragione. Non è solo razionalità, è umana morale. Insieme dovrebbero
rimescolare le carte d’un mondo senza bussola. Se dovesse accadere, se accadrà
i fronti si scompiglieranno: Occidente e Oriente, copti e musulmani, sciti e
sunniti si ritroveranno insieme per opporsi a quelle parti di sé che tengono
bloccata la storia degli uomini, delle fedi, del pensiero. Ne dissanguano il presente,
ne bloccano il futuro.
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