E’ l’energia a riavvicinare gli interessi di
Putin ed Erdoğan, che tralasciano drammi e orrori siriani, odi personali e statali,
siglando un accordo. Il gas russo viaggerà verso sud in direzione del Mar Nero e
sotto di esso, rifornendo l’Europa. La conduttura Turkish stream avrà due rami, capaci di trasportare oltre 15
miliardi di metri cubi di gas ciascuno. Quello rivolto al vecchio continente
sarà oggetto di ulteriori trattative con la Ue. Per Ankara si riaccelera anche il
programma nucleare della centrale di Akkuyu, nell’Anatolia meridionale, non
distante da Adana e Mersin, dove dal 2011 gli abitanti dell’area sono in
subbuglio e protestano vivacemente. Il progetto (avviato nel 2010) e il
finanziamento sono al 90% russi, come lo è Rosatom, l’ente statale che fornisce
prodotti e servizi. L’avvicinamento fra i due “uomini-stato” è avvenuto a
Istanbul in occasione del Congresso mondiale sull’energia, dove si è ribadito
la giusta via dei programmi sottoscritti finora da Gazprom e Bontaş, le
rispettive aziende che s’occupano di energia. Nel clima pacificatorio vissuto
in terra turca Putin ha anche annunciato la propria disponibilità
all’iniziativa dell’Opec di contenere la produzione degli idrocarburi per
riequilibrare il mercato mondiale e frenare l’attività speculativa, evitando
nuove fluttuazioni del prezzo del barile.
Col passo del Turkish stream, cui s’oppone qualche membro Ue e alcune voci
energetiche statunitensi, viene messa da parte l’ipotesi del South stream che coinvolgeva la Bulgaria
e vedeva l’Eni in prima fila nell’opera realizzativa in partenariato con
Gazprom. Quest’ultima azienda negli anni ha seguito le spregiudicate linee
guida della politica russa che ha giocato su più tavoli, anche per evitare la
morsa tesa da avversari, vicini (Ue) e lontani (Usa). Putin, che in politica
estera ha riequilibrato i non pochi problemi riscontrati tempo addietro sul
fronte interno, nel sempre più complesso e variegato settore energetico cerca
un’espansione verso i mercati cinese e indiano, senza tralasciare il Giappone;
“La Russia tratterà energia con tutte le
parti interessate per un mutuo beneficio” ha pubblicamente annunciato
nell’assise mondiale. Anche Erdoğan è raggiante perché, in un momento comunque
cupo della sua presidenza, riesce a rilanciare uno dei pilastri inseriti nel
personale sogno di grandezza: fare della Turchia un enorme hub energetico a
cavallo fra Europa e Medio Oriente. Fattore di forza non indifferente verso i
competitor regionali come la dinastia saudita e l’Iran che sull’energia
costruiscono le proprie velleità di supremazia. Viene a rafforzare la teoria
del “perno energetico” turco anche l’Azerbaijan.
A Istanbul il presidente Aliev ha annunciato un
investimento di 20 miliardi di dollari concernenti infrastrutture e gasdotti,
di cui fa parte la Trans Anatolian
Natural Gas Pipeline: un progetto che prevede per 1841 km di condutture,
dal Mar Caspio poi sul confine georgiano-turco fin verso la Grecia, per 11
miliardi di dollari. La cronaca fa registrare intenti cordiali o prospettive di
allentamento della tensione fra Russia e Turchia anche in quei settori centrali
per l’economia di ciascuno, commercio e turismo, che l’episodio dell’abbattimento
del bombardiere sul cielo (siriano o turco?) aveva interrotto. Più complessa è
la vicenda che vede i due “presidenti a vita” giocare cinicamente sullo
scacchiere siriano ai danni di quel che resta della popolazione locale, ancora
martoriata da fattori interni ed esterni. Le tattiche, i programmi, l’ideologia
di ognuno li ha contrapposti sino a sfiorare punti di non ritorno che, però,
entrambi dimostrano di non condurre fino in fondo. L’abilità del giocatore
d’azzardo incarnato da ciascuno - che costituisce una fascinazione per i propri
fan - li rende sfrontati e poco dopo prudenti, così da tornare sui propri passi
quando nessuno l’aspetterebbe. Quel che li può avvicinare, nell’attuale fase, è
l’antiamericanismo politico ed economico che avrà ricadute anche sul fronte
energetico. Pur sapendo, che chiunque siederà alla Casa Bianca (ormai più lady
Hillary che macho Trump) può diventare un momentaneo compagno di via.
Nessun commento:
Posta un commento