Non è la festa di Promenade des Anglais
trasformata in tragica strage dal neo jihadista Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, ma è
un dramma altrettanto atroce. E anche ideologico, al contrario di quel che dirà
la voce del padrone. E’ accaduto a Piacenza all’ingresso d’una ditta dov’era in
corso un picchetto contro la mancata assunzione di lavoratori precari a tempo
determinato. Un’azione caparbia ma assolutamente pacifica, come constatava la
polizia presente sul posto. Non è servita questa presenza a evitare che un
camion, sotto l’incitamento di addetti alla direzione aziendale, abbia puntato
un gruppo di lavoratori e abbia tirato dritto. Schiacciato sotto le ruote è
rimasto Abd Elsalam Ahmed El-Danaf, cinquantatre
anni e cinque figli da mantenere. La rabbiosa reazione dei compagni
della vittima stava per linciare il camionista, salvato dagli agenti. Il
sindacato USB, che organizzava la protesta, ha lanciato un durissimo comunicato.
L’atto sconsiderato e criminale non è la follia d’un conducente, s’inserisce
nel clima d’oppressione e umiliazione cui è costretto il lavoro dipendente in
ogni categoria, con ricadute ricattatorie e pesantissime su quelle meno sicure
del precariato e del lavoro a termine.
Protestare, scioperare, manifestare, picchettare
sono pensieri e azioni considerati blasfemi nei santuari imprenditoriali di
Confindustria, che da tempo hanno abolito la consultazione dei lavoratori. I governi
accondiscendono e nel comune sentire è diffuso il modello di servilismo, protezione,
clientela, ruffianeria, opportunismo per ricevere quel che è un diritto;
considerato dall’elargitore un dono che non si discute, s’accetta a capo chino.
Nella società della disoccupazione, della precarietà, del ricatto in prima fila
siede il modulo comportamentale preconfezionato, che esclude i concetti di
libertà e dignità e li subordina, come un tempo più d’un tempo, ai voleri forti
del comando. Dalla politica all’economia e in qualsivoglia posto di lavoro, dissentire
e rivendicare non è solo sgradito, ma inconcepibile. E improponibile. La via
indicata è l’assenso per ricevere elemosine, tutto il resto risulta lesa
maestà. In una corte allargata dove le funzioni sovrane le fanno imprenditori
privati e pubblici, dirigenti di vario ordine e grado, rappresentanti di
elettori o lavoratori venduti per personali prebende c’è fastidio nel vedere il
lavoratore col cartello e la bandiera. Mal si sopporta la pervicacia del
ribelle. E allora via, s’accelera per spianare la strada alla merce e alla
mercificazione che devono passare.
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