Secondo un sondaggio della
società di rilevamento Baseera (che s’attribuisce un margine massimo del 3%
d’errore) oltre la metà degli elettori egiziani, che il 14-15 gennaio
dovrebbero esprimersi tramite referendum popolare sulla nuova Carta
Costituzionale, ignora quali siano gli emendamenti elaborati dall’Assemblea
degli esperti. Solo il 5% ha letto l’intera Carta, mentre un 36% ne ha
visionato qualche sua parte. Comunque il 76% degli intervistati sostiene che
parteciperà al referendum (era l’84% nello scorso ottobre) e ben il 74% afferma
che sosterrà il sì. Un no aperto raccoglie un misero 3% con una cospicua fetta
d’indecisi attestata al 23%. Dai dati non s’evince il livello scolastico degli
interpellati. C’è anche uno zoccolo duro di astensioni motivate (22%) diviso
fra “motivi personali” e “voto inutile”. Questi potenziali astenuti potrebbero
aver aderito alla campagna di boicottaggio del “Comitato per la legalità” che
definisce illecita ogni iniziativa dell’attuale governo El-Beblawi insediatosi
grazie al golpe bianco dei militari. Però l’11% dei dissenzienti si dichiara
apolitico e solo il 9% esprime uno sgradimento della Carta per ragioni
riconducibili alla repressione anti Fratellanza.
Significativo il dato che
l’84% dei convinti sostenitori della nuova Costituzione abbia superato i 50
anni, percentuali più basse (circa il 60%)
fra i giovani compresi fra i 18 e i 29 anni. Su questo referendum
l’attuale governo punta molto per confermare popolarità e adesione di vari
strati della cittadinanza. Ma i favorevolissimi sondaggi citati non possono
nascondere i tentativi di ostacolo alle posizioni dissenzienti, come mostra il
caso del partito di Aboul-Fotouh (Strong Egypt Party). Fotouh è stato un membro
di spicco della Fratellanza che proprio durante i mesi della rivolta anti
Mubarak ha avuto dissidi, per la sua moderatezza, nei confronti della
Confraternita. Per questo è stato espulso, ha formato un suo gruppo, in virtù
del suo carisma e della preparazione politica ha partecipato alle presidenziali
del maggio-giugno 2012 finendo escluso dal ballottaggio. Ha comunque appoggiato
la presidenza Mursi e ha protestato contro la sua rimozione golpista. Col
proprio partito s’era pronunciato per il no al referendum, vedendosi arrestare
nei giorni scorsi diversi attivisti che affiggevano manifesti a favore di questa
posizione.
In una conferenza stampa il
leader ha dichiarato che il rifiuto del suo gruppo a far parte dell’Assemblea
degli esperti ricalcava le stesse critiche che gli attuali estensori della
Carta avevano fatto un anno addietro alla precedente commissione: non occuparsi
della giustizia sociale e dare troppo potere al presidente. Ora a lavori
conclusi gli emendamenti apportati non solo tradiscono gli obiettivi della ‘Rivoluzione
del 25 gennaio’ ma ripropongono la casta militare come “uno stato nello stato”.
A seguito degli arresti subìti dai membri del partito, le indicazioni date
dallo Strong Egypt Party propongono il boicottaggio, in aperta divergenza con
l’aria che tira per le strade. Secondo i pochi attivisti ancora liberi della
Primavera sfiorita, un’aria che riporta il Paese indietro di decenni.
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