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mercoledì 17 luglio 2013

La squadra di El-Beblawi per un Egitto occidentale


Giurano solennemente fedeltà a una nazione da pacificare i 33 ministri del governo El-Beblawi, definito dalla Fratellanza Musulmana illegittimo e liberticida. Il premier invita gli islamici alla collaborazione, la Confraternita rifiuta sdegnosamente chiedendo: il ritorno nel ruolo usurpato del presidente eletto e la liberazione dei propri leader arrestati.  Ricordano la reiterata repressione a suon di massacri e contestano la pilatesca visita dell’uomo di Washington Burns. Anche Ahmed Maher, uno dei fondatori del “6 Aprile”, storce il naso di fronte all’operazione di “ricambio al vertice” e scrive su Twitter “Se sosteniamo che non s’è trattato d’un colpo di Stato cosa potrò dire quando schiacceranno anche noi?”

Ecco i principali nominativi. Al dicastero della Difesa compare ovviamente il generale Abdel Fattah Al-Sisi mentre agli Interni resta Mohamed Ibrahim che era stato nominato da Mursi nel governo Qandil, come pure Osama Saleh agli Investimenti, incarico ricoperto da quest’ultimo sino alle dimissioni del maggio scorso. Sui due nomi si gioca un balletto di appartenenze: secondo l’ex opposizione, diventa maggioranza dopo il golpe bianco, la coppia di ministri è un esempio di collaborazione in atto tanto richiesta da Al Mansour. Secondo la Fratellanza, che non ha accettato di entrare in un Esecutivo “imposto con la forza”, Ibrahim, Saleh e altri erano la prova che il governo Qandil non era affatto di parte. Ministro degli Esteri è Nabil Fahmy già ambasciatore negli Stati Uniti dal 1999 al 2008 e precedentemente in Giappone, formatosi nell’università americana del Cairo sostituisce il politico della Fratellanza Mohamed Amr. Ministro del Lavoro è il sessantenne Kamal Abu-Eita un navigato sindacalista fra i primi a organizzare strutture per i lavoratori nella storia egiziana. Ha guidato i duri scioperi che nel 2007 hanno bloccato il Paese. E’ stato presidente dell’Egyptian Federation of Independent Trade Unions e fra i fondatori del partito panarabo Karama. Nel 2011 durante il governo di reggenza dopo la caduta di Mubarak gli fu offerto questo dicastero ma lo rifiutò. Nelle elezioni politiche dello stesso anno venne eletto in Parlamento in una lista autonoma che s’appoggiava al Partito della Libertà e Giustizia. 

Alle Finanze Ahmed Galal considerato un tecnico di valore che antepone alle adesioni partitiche gli interessi della nazione, con questo spirito aveva partecipato anche a iniziative del precedente Esecutivo. Il ministero dell’Educazione va a Hossam Eissa, professore e analista politico, cofondatore del Partito Costituzionale con ElBaradei e dal giovanile passato nasseriano. Si è formato alla Sorbona, ha insegnato in Algeria, Giappone ed Egitto, ha lavorato per l’Unesco. Fra le tre donne incaricate Dorreya Sharaf El-Din all’Informazione rompe un tabù: mai l’Egitto aveva assegnato a una figura femminile il delicato ruolo che è stato criticato durante i mesi seguenti alla Rivoluzione del 25 gennaio per aver posto sotto controllo i media, soprattutto la tivù di Stato. El-Din è esperta del settore avendo ricoperto la carica di sottosegretario del ministero e si è occupata di canali satellitari. Appariva spesso come ospite di trasmissioni nelle tivù statali (Ahl El-Raey) e private (Dream Channel). Lei è oggettivamente una mubarakiana, avendo ricoperto incarichi nella commissione femminile del Partito Nazionale Democratico disciolto dopo la caduta del raìs. Le altre ministre sono: Laila Iskandar all'Ambiente e Maha Zeneddin alla Sanità. La prima è un’imprenditrice nota per iniziative ambientali che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali. S’è formata in studi economici al Cairo e specializzata nelle università californiane. Nel suo curriculum non manca l’attenzione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, problema che affligge la megalopoli cairota insieme all’inquinamento atmosferico. Un progetto riguarda proprio il riciclaggio degli scarti urbani.

All’Industria il copto Mounir Abdel-Nour, segretario del Fronte di Salvezza Nazionale e prima membro del Wafd Party, che aveva rifiutato lo stesso incarico offertogli da Mursi sebbene fosse stato ministro del Turismo sotto il deprecato gabinetto Sharaf. Mohamed Gomaa è il ministro dei Lasciti Religiosi. Docente e membro della Facoltà di Studi Islamici dell’università Al-Azhar, coi suoi 74 anni è uno degli esponenti più anziani del neonato governo. Ha svolto attività pubblicistica, nella materia che gli compete e non solo, è autore di molti libri. E’ membro del sindacato dei giornalisti da oltre quarant’anni. Ministro della Giustizia e della Riconciliazione Nazionale è il settantasettenne Mohamed Amin El-Mahdy giudice internazionale e avvocato di chiara fama. Esponente del Centro di Arbitrato Internazionale di Commercio e del Consiglio dei Diritti Umani. Ha partecipato al Tribunale Internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia e nel 2007 venne selezionato dal segretario dell’Onu Ban Ki-moon per partecipare al Tribunale che indagava sull’attentato al premier libanese Rafiq Hariri. Nel 2000 aveva diretto il Consiglio dell’Alta Corte Amministrativa d’Egitto e dopo la caduta di Mubarak aveva indagato sui casi più oscuri della repressione della Giunta Tantawi. Il governo ha anche una stella del calcio: Taher Abuzeid, detto il ‘Maradona del Nilo’ in qualità di bomber dell’Al-Ahly negli anni Ottanta. A lui il ministero dello Sport.



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