In due, disperati più che accecati di rabbia, stamane hanno preso a sparare nell’agglomerato di Robot, Gerusalemme est, quartiere e territori occupati. Contro un autobus strapieno e contro la cittadinanza ebraica presente alla fermata. Erano, perché li hanno freddati, palestinesi. Venivano dai dintorni di Ramallah, quella della Muqata di Arafat e del sogno che fosse una nuova Palestina, una patria in nuce. Invece era solo illusione compromissoria, era Cisgiordania soffocata dall’occupazione e dai coloni, soprattutto gli haredi una branca degli ultraortodossi che girano armati e fanno fuoco. Pure loro a freddo. Così i due attentatori che stamane hanno assassinato sei cittadini israeliani, fra cui quattro rabbini, e ferito altre dieci persone, sono finiti crivellati loro stessi. Sangue su sangue. Come sia potuto accadere fra muraglie e contro muraglie, una selva di check-point e polizia e militari e civili ebrei armati fino ai denti non è facile capire. Effetto sorpresa da parte di due sfuggiti a ogni controllo, partendo dai villaggi di Qatanna e Qubeiba. Luoghi ora già circondati da blindati e, c’è da giurarlo, puniti in giornata o al più domani. Come? con arresti, sbancamenti perché Netanyahu, che ha mollato ogni impegno accorrendo sul posto per comiziare a suo vantaggio l’accaduto, promette vendetta sulla cerchia degli aiuti. Su chi ha procurato mitra, pur artigianali e imprecisi, ma efficaci nell’impattare da posizione ravvicinata, nel caos che s’è creato appena è partito il primo colpo, con la gente che si riversava fuori dal bus preso di mira. Perciò i commenti nell’area sono del tono: “Il nemico vuole solo ucciderci, per questo dobbiamo ripulire Gaza e prenderci la Cisgiordania”. Nessuno rivendica un gesto criminale che pare opera diretta di quegli abitanti di serie B, reclusi e frustrati per quel che gli accade attorno, per le esecuzioni di civili che in contemporanea hanno visto crepare quaranta gazawi. Fare paralleli non esiste e non ha senso, ma questi sono i rapporti: sei a quaranta. Duemila a sessantatremila, morto più, morto meno in un calcolo non feroce e cinico bensì approssimativo e reale. Lo Shin Bet sostiene che di simili mattanze volanti ne sventa dieci e più al mese. Stavolta non l’ha fatto, non c’è riuscito, non ha voluto come un po’ per il 7 ottobre? Non lo sapremo mai, anche perché la geopolitica sta avanti e oltre. Ha già scelto cosa far fare a Israele: occupare tutto, trucidare a discrezione, evacuare con lusinghe e con la forza, ogni angolo dove i palestinesi vivono per cancellarne la memoria. Come di quei villaggi e paesini dove la loro progenie trascorreva giorni e notti fino alla metà degli anni Quaranta. E di cui è scomparso qualunque ricordo.
Nessun commento:
Posta un commento