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lunedì 23 dicembre 2024

Iran, l’asse frantumato della resistenza

Sarà l’età, sarà il ruolo, sarà l’oggettiva debolezza interna ed estera ma l’ultra ottuagenaria Guida Suprema della Repubblica Islamica Iraniana ormai sembra recitare a soggetto o più semplicemente perdere i colpi. Nell’ultimo discorso pubblico, fra le altre cose, ha sostenuto che nei confronti di Israele “se un giorno vorremo agire, non abbiamo bisogno di una forza di procura”. E ha rincarato la dose tenendo sempre acceso il desiderio di un’azione di vendetta (“Operazione Vera promessa”) contro il nemico sionista. Nello scorso ottobre il mondo ha avuto sotto gli occhi come la schermaglia fra Teheran e Tel Aviv sia servita a ciascuno  più a non perdere la faccia che a farsi realmente male. La pioggia di missili dei Pasdaran a inizio mese era stata vanificata dal praticamente impenetrabile Iron Dome; il volo   e i bersagli colpiti (impianti per la produzione di ordigni balistici) dei caccia con la croce di David sul territorio iraniano, pur creando un allarmante precedente era stato addirittura annunciato tramite soggetti terzi. Insomma le azioni belliche c’erano state senza la deflagrazione temuta. Però le vicende degli ultimi mesi: i violentissimi attacchi dell’Idf sul territorio libanese capaci di mettere in ginocchio azione e reazione del grande alleato proxy Hezbollah, la caduta e fuga di Bashar Asad che la presenza dei Guardiani della Rivoluzione sul terreno e i Mig e Sukhoi di Mosca nei cieli avevano tenuto in piedi per oltre un decennio, spezzano quell’Asse della Resistenza spina nel fianco di Israele dall’epoca della Seconda Intifada. Egualmente altri proxies (Hamas e Ansar Allah) di cui la Guida afferma di poter far a meno registrano, l’uno la devastante e reiterata guerra a senso unico sull’intera Striscia di Gaza ridotta a cimitero in maggioranza di civili e di qualche migliaio di miliziani, ammasso di macerie e palese sbandamento di profughi terrorizzati dal terrorismo di Tsahal, mentre gli Houthi iniziano a conoscere gli assalti mirati dell’aviazione dell’Idf.
 

Addirittura il leader Abdel Malik al-Houthi rischia di finire cancellato dagli ordigni volanti, su caccia o droni, com’è stato per Nasrallah e Sinwar. Questo vuole Netanyahu non tanto e non solo se i “fastidi” nel golfo di Aden, per quanto indiretti, dovessero proseguire. Ma perché ora i Partigiani di Dio si son messi in testa di dirigere l’arsenale balistico contro Israele e sabato scorso un loro missile, superando sorprendentemente la ‘Cupola d’acciaio’, ha ferito una quindicina di persone. Del resto gli analisti concordano nel sostenere come l’Asse resistente filo iraniano non può più funzionare alla maniera degli ultimi due decenni, cioè tramite quella connessione territoriale da Levante a Ponente. Certo, la componente sciita irachena è viva e nel sostegno ai fratelli che nel sud del Libano continuano a viverci, la rete di collegamento non finirà cancellata dall’oggi al domani, però l’attuale preponderanza israeliana su Hamas e Hezbollah pesa come un macigno al quale proprio l’Iran non mostra di poter opporre una controffensiva né tecnologica, né degli apparati bellici e d’Intelligence, viste le plurime debolezze mostrate in occasione dei ripetuti attentati subìti sul suolo patrio. L’attuale retorica del primo fra gli ayatollah deve accontentarsi di piroette verbali su possibili reazioni e punizioni in divenire, senza passare ai fatti. Non è il caso, non è il momento. La crisi economica continua a mordere  non solo per gli embarghi ma per falle di gestione  addirittura sul fronte energetico, lo indicano recenti black-out elettrici, e lo scontento popolare cresce. Così gli osservatori coniano ormai una ‘Resistenza senza asse’ che non vuol dire che ogni entità farà per sé, ma che in questa fase recessiva il collante resta ideologico, basato sull’anti sionismo e anti americanismo. Potranno essere i leader presenti e prossimi di Tel Aviv e Washington a inciampare in passi falsi, sebbene  nell’attuale globalismo geopolitico sia il volto duro a pagare e chi non può farlo, inesorabilmente subisce.


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