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lunedì 18 aprile 2022

Aviazione pakistana: bombardare civili per punire i taliban


Sarà stata la “nuova” leadership pakistana, che poi è nota e consolidata da decenni di potere corrotto, a rassicurare maggiormente i generali di Islamabad? Non c’è nulla di ufficiale. Nel fine settimana lo Stato maggiore aveva deciso di lanciare attacchi aerei in due province afghane (Khost e Kunar) ree di accogliere i Thereek-e Taliban oltre il poroso confine occidentale e forse l’esecutivo non c’entra. Notoriamente l’esercito pakistano risponde alle proprie gerarchie più che ai dettami governativi, anzi in molti casi li ostacola. A meno che non si creino alleanze di comodo che spesso registrano una temporalità limitatissima. Dunque non è la dipartita di Khan e l’arrivo di Shehbaz Sharif ad aver aizzato le Forze Armate pakistane a compiere raid aerei oltre confine, loro decidono a prescindere. Comunque l’azione che ha ucciso oltre una quarantina di civili, con vittime e feriti in età infantile, ha irritato l’Emirato di Kabul che col portavoce Zabihullah ha messo in guardia i vicini dal ripetere incursioni assassine. L’ex premier aveva trascorso l’ultimo biennio a cercare d’intessere relazioni di reciproco interesse: l’attuazione del gasdotto Tapi coinvolgeva il presidente Ghani, poi disarcionato e fuggito, ma affascina anche i talebani di Kabul e l’intento inclusivo di Khan, seppure basato sull’approvvigionamento energetico per l’industria pakistana, costituiva un’apertura ai turbanti afghani per tenere tranquilli pure quelli di casa. L’accusa rivoltagli dell’opposizione di giocare col fuoco del fondamentalismo non l’aveva distolto dalla faccenda e fino ai recenti giorni della sfiducia Khan s’era speso perché la Cooperazione Islamica intervenisse con aiuti propri sulla crisi alimentare della gente afghana. Così da una fase di rapporti distesi si passa a sanguinosi interventi militari di frontiera, con retroscena sullo stesso Nord Waziristan, che fanno dire ai taliban “Combatteteci, ma non uccidete i civili”. Frase fatta, visto che i miliziani coranici di entrambe le sponde non guardano in faccia bambini e adulti quando decidono attacchi ed attentati. In ogni caso a Kabul e Islamabad non conviene scontrarsi e scontentarsi, a meno che le regìe di taluni scenari non siano dirette da mani esterne, che è stata la tesi di Khan riguardo alla sua estromissione. Una sfiducia pilotata – così ha sostenuto – da Washington. Mentre in una delle province colpite la popolazione ha duramente protestato, dal nuovo governo di Islamabad non giungevano commenti. La punizione appare collegata alla morte di alcuni militari pakistani a nord-ovest della provincia Khyber Pakhtunkhwa, e un dispaccio militare aveva preannunciato una 'soluzione' per eliminare minacce terroristiche. Ma gli eliminati, ancora una volta, sono persone comuni.

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