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martedì 23 febbraio 2021

L’Italia alla rovescia criminalizza la solidarietà

P osto che la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è rimasta al suo posto e che il ruolo di primo ministro italiano è ricoperto da quanto di più equilibrato (dicunt) la politica nazionale possa esprimere, Mario Draghi, resta il mistero di chi abbia indicato in una coppia di attivisti che da anni pratica la solidarietà come elemento portante della propria vita, pericolosi spalloni di migranti. Di questo vengono accusati Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi che alle prime luci dell’alba sono stati svegliati da un’irruzione della polizia di Stato presso la propria abitazione. Gli viene contestato il reato di favoreggiamento d’immigrazione clandestina, e nella casa perquisita venivano sequestrati cellulari, materiale contabile dell’associazione Linea d’Ombra cui dedicano tempo e forze per soccorrere rifugiati e migranti. I due sono molto attivi sul confine orientale. Negli anni passati, e anche nei mesi scorsi, hanno continuato a supportare, assieme ad altri attivisti, la grama esistenza di profughi nei campi bosniaci, prima a Bihać poi a Lipa. I luoghi dove viene bloccata la ‘rotta balcanica’ di migliaia di giovani esistenze provenienti dal Medio Oriente, vicino e lontano. Siriani, afghani, pakistani, bengalesi che provano ad avvicinarsi a un’Unione Europea che li respinge e che ha fatto di Slovenia e Croazia le sentinelle militari e paramilitari per impedire a queste speranze di trovare conforto per rifarsi una vita dopo la fuga da guerra, fame, stenti. Nelle scorse settimane la retorica delle tivù di Stato ha inanellato servizi sulle terribili condizioni affrontate da quegli individui accatastati, disumanizzati dai respingimenti e ghettizzati in quei luoghi. Assediati dagli sprangatori di frontiera - poliziotti e picchiatori croati - in un inverno durissimo che vedeva quelle anime in pena calzare ciabatte in mezzo alla neve, lavarsi con ghiaccio sciolto perché le già precarie sistemazioni nelle tendopoli erano collassate fra incendi e minacce di rimpatri forzati. Molti politici della democratica Europa vogliono rispedirli negli inferni di provenienza. Fra costoro spiccano il parlamentare di governo Matteo Salvini e quella d’opposizione Giorgia Meloni. Lorena e Gian Andrea - che abbiamo conosciuto e intervistato anni addietro, ricevendo la limpida testimonianza della profonda umanità con cui realizzano l’aiuto al prossimo di cui certa politica blatera - dovrebbero essere sorretti e tutelati dalle Istituzioni, premiati dalla Presidenza della Repubblica che tanto si prodiga a cercare begli esempi di solidarietà. Dovrebbero essere benedetti dal Santo Padre, non vedersi braccati fra le proprie mura da agenti dello Stato che insinuano presunti reati. Il neo governo può offrire spiegazioni?  

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