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domenica 26 febbraio 2023

Migranti, una morte voluta

 


Tragedia immane” “Profondo dolore sentenziano i farisei del nostro governo per i cinquantanove cadaveri sbattuti dalle onde e strappati a una vita disperata, perché prendere il mare d’inverno in giornate di tempesta significa essere uomini, donne, bambini senza speranze. Il mare davanti alla costa di Crotone veniva quotato forza 7, che il libro dei naviganti definisce mare grosso con onde immense di sei-sette-otto metri. Erano salpati dalla turca Smirne, sembra in centocinquanta, sull’ennesimo barcone della tratta, uno dei tanti, troppi che continuano a partire lungo le rotte mediterranee dell’ottimismo forzato, visto che non c’è altro modo per sfuggire alla galera di quel destino sospeso che è il soggiorno nei campi profughi. Profughi e rifugiati l’Europa democratica non ne vuole. Da anni si fa fare le veci dalla politica turca che le chiede il conto e da quella tribale libica che il conto lo fa pagare ai disgraziati finiti nelle loro grinfie. E’ da quest’angoscia che fugge chi va nell’inferno marino anche d’inverno, non può fare altro. E noi non possiamo capire poiché non conosciamo quello sconforto. I pochi che li vanno a salvare, che almeno ci provano, vedono con gli occhi, toccano con le mani tanta miseria legata stretta al desiderio di sopravvivere. In qualsiasi posto oltre il mare. In qualsiasi luogo fuori dal filo spinato dei lager del Terzo Millennio. Stamane sulla spiaggia di Cutro si potevano raccogliere rottami legnosi, incrociati, sfibrati simili a rami e fronde, e poi cadaveri, tanti cadaveri galleggianti. Pakistani, siriani, afghani. “Si sarebbero potuti salvare” denuncia un poliziotto in pensione che simili tragedie ha già visto, aiutando qualche naufrago della tratta. Stavolta no, perché non hanno voluto, accusa lui. Perché la voglia di morte, non quella scritta dal fato, ma di chi può offrire sponda o levarla, ha deciso così. La conta dei migranti morti prosegue, sui banchi di Bruxelles le lacrime riunite dei coccodrilli d’Europa.   

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